Nella Caserma Minervio

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    • Nella Caserma Minervio 16/01/2023
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Nell’atrio della porta principale della caserma Minervio, in Via Anfiteatro, v’era una targa che riporta il testo del telegramma di Armando Diaz. Sebbene sia metallica la classifichiamo, per analogia funzionale, tra le lapidi.
La si può ora vedere solo in questa foto, perché nell’atrio della caserma sono rimasti i buchi, essendo stata asportata.
Però la asportazione ha rivelato una iscrizione relativa alla guerra c.d. “Italo – Turca” del 1921, in cui l’Italia sconfitte l’impero Ottomano nella conquista di Cirenaica e Tripolitani (oggi parti della Libia). Si distinguono ancora i nomi di due luoghi di battaglia: Ain Zara e Gargaresh.
La ex Caserma Minervio, che contiene l’anfiteatro, il Monastero della Stella e Santo Stefano e Tommaso, è attualmente inaccessibile, per lavori.
E’ intitolata a Severo Minervio  (Spoleto 1470 circa – 1529),  figlio di Ermodoro Minervio, ambasciatore in Germania per conto di Lodovico Sforza Duca di Milano. Storico, condottiero ed armigero. Severo, dotto di studi umanistici, fu capitano di ventura, e combatté per il papa Giulio II e per Lorenzo dé Medici.
Per ricompensa della vittoria procurata capeggiando gli spoletini nella guerra contro Subiaco (e del relativo bottino) fu esonerato a vita da tasse e dazi. Dopo il sacco di Roma del 1527  difese, per conto di Spoleto, i castelli di Montefranco, Arrone, Castel di Lago e Polino.  Poi Cascia contro i Colonna e Acquasparta contro i todini. Di tutte queste gesta raccolse i ricordi in “de rebus gestis atque  antiquis monumentis spoleti”. Papa Paolo III concesse una sovvenzione ai suoi eredi Vincenzo Sordoni ed alla di lui moglie Gorgonia (figlia di Severo), in riconoscimento dei meriti di Severo ed Ermodoro.
A lui è intitolata anche la via tra Via Salara e Piazza Pianciani

 

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