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Arco di Druso e Germanico
- 10/01/2023
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Anche Spoleto ha il suo Arco di Trionfo.
Da piazza del Mercato, dirigendosi verso piazza della Libertà, si passa sotto l’Arco di Druso.
E’ ad un solo fornice, in blocchi di pietra calcarea, scolpiti in facciata a formare una cornice. La sua base è 160 cm più in basso del piano stradale attuale.
Le sue misure sono basate sul piede romano: è largo 28 piedi (8,30 metri), i piedritti sono di 7 piedi, la profondità di 14 piedi.
Da un lato si inserisce nelle abitazioni medioevali, che lo hanno inglobato nella loro costruzione. Dall’altra poggia sui resti di un tempio del I secolo d.C. .
La prima foto si riferisce ad un modello che ricostruisce l’arco nella originale interezza.
Fu eretto nel 23 d.C. per decreto del Senato, dopo la morte di Druso, in onore di:
– Druso Giulio Cesare (7 ottobre 14 a.C. – 14 settembre 23 d.C.), figlio di Tiberio, nato come Nerone Claudio Druso, ma meglio conosciuto come Druso minore per distinguerlo dallo zio Druso maggiore e di
– Germanico Giulio Cesare (24 maggio 15 a.C. – 10 ottobre 19), nipote di Augusto e cugino di Druso, divenuto poi, per adozione da parte di Tiberio, fratello di Druso. Nato probabilmente come Nerone Claudio Druso, noto per un periodo come Nerone Claudio Druso Germanico ma meglio conosciuto semplicemente come Germanico.
Tale dedica si rileva da una iscrizione sulla fronte dell’arco, lato Piazza del Mercato.
Intorno al 1900 gli studi del notissimo archeologo spoletino Giuseppe Sordini intuiscono l’esistenza di un tempio. Egli effettuò anche qualche scavo di sondaggio, con una colletta raccolta privatamente.
Solo nel 1955 vengono eseguiti dei lavori di scavo che ritrovano l’antico piano di calpestio, un pilone dell’Arco di Druso, una colonna del tempio romano e lo stilobate, cioè i grandi blocchi in pietra su cui poggiano le colonne. Per la situazione preesistente vedasi qui la foto dell’archivio del Comune di Spoleto, dove ancora si vede la scala di accesso al Convento di S. Ansano e la relativa loggia.
Description
Anche Spoleto ha il suo Arco di Trionfo.
Da piazza del Mercato, dirigendosi verso piazza della Libertà, si passa sotto l'Arco di Druso.
E' ad un solo fornice, in blocchi di pietra calcarea, scolpiti in facciata a formare una cornice. La sua base è 160 cm più in basso del piano stradale attuale.
Le sue misure sono basate sul piede romano: è largo 28 piedi (8,30 metri), i piedritti sono di 7 piedi, la profondità di 14 piedi.
Da un lato si inserisce nelle abitazioni medioevali, che lo hanno inglobato nella loro costruzione. Dall’altra poggia sui resti di un tempio del I secolo d.C. .
La prima foto si riferisce ad un modello che ricostruisce l'arco nella originale interezza.
Fu eretto nel 23 d.C. per decreto del Senato, dopo la morte di Druso, in onore di:
- Druso Giulio Cesare (7 ottobre 14 a.C. - 14 settembre 23 d.C.), figlio di Tiberio, nato come Nerone Claudio Druso, ma meglio conosciuto come Druso minore per distinguerlo dallo zio Druso maggiore e di
- Germanico Giulio Cesare (24 maggio 15 a.C. – 10 ottobre 19), nipote di Augusto e cugino di Druso, divenuto poi, per adozione da parte di Tiberio, fratello di Druso. Nato probabilmente come Nerone Claudio Druso, noto per un periodo come Nerone Claudio Druso Germanico ma meglio conosciuto semplicemente come Germanico.
Tale dedica si rileva da una iscrizione sulla fronte dell’arco, lato Piazza del Mercato.
Intorno al 1900 gli studi del notissimo archeologo spoletino Giuseppe Sordini intuiscono l'esistenza di un tempio. Egli effettuò anche qualche scavo di sondaggio, con una colletta raccolta privatamente.
Solo nel 1955 vengono eseguiti dei lavori di scavo che ritrovano l’antico piano di calpestio, un pilone dell’Arco di Druso, una colonna del tempio romano e lo stilobate, cioè i grandi blocchi in pietra su cui poggiano le colonne. Per la situazione preesistente vedasi qui la foto dell'archivio del Comune di Spoleto, dove ancora si vede la scala di accesso al Convento di S. Ansano e la relativa loggia.