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Monumento a San Francesco
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09/07/2025
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€0,00
Il monumento, opera di Daniela Longo e Carmela Colaneri, realizzato con i fondi PNRR, è stato posto in opera nel luglio 2025.
Ricorda il “sogno di Spoleto” e la conseguente conversione di San Francesco (vedi scheda “San Sabino”),
Vi sono rappresentate alcune scene della vita del Santo:
– Francesco che giunge a Spoleto da soldato, con il Duomo sullo sfondo;
– Francesco che sogna, addormentato sulle armi, e sopra di lui il Signore che gli parla;
– Francesco che, restituendo il mantello ad un nobile decaduto, inizia la sua nuova vita;
-Francesco che torna ad Assisi.
Sono raffigurati anche il lupo ammansito, la colomba sull’ulivo, fratello sole e sorella luna.
In basso lo stemma dell’Arcivescovo Renato Boccardo: Un giglio, che simboleggia la grazia che illumina e sostiene la fede, una torre merlata (solido progetto di vita) con a destra una stella a sei raggi che indica la Vergine Maria, Madre della Chiesa. Il motto è “non erubesco evangelium” (“Non mi vergogno del Vangelo”), tratto dalla lettera di San Paolo ai Romani (1,16).
Description
Il monumento, opera di Daniela Longo e Carmela Colaneri, realizzato con i fondi PNRR, è stato posto in opera nel luglio 2025.
Ricorda il "sogno di Spoleto" e la conseguente conversione di San Francesco (vedi scheda "San Sabino"),
Vi sono rappresentate alcune scene della vita del Santo:
- Francesco che giunge a Spoleto da soldato, con il Duomo sullo sfondo;
- Francesco che sogna, addormentato sulle armi, e sopra di lui il Signore che gli parla;
- Francesco che, restituendo il mantello ad un nobile decaduto, inizia la sua nuova vita;
-Francesco che torna ad Assisi.
Sono raffigurati anche il lupo ammansito, la colomba sull’ulivo, fratello sole e sorella luna.
In basso lo stemma dell'Arcivescovo Renato Boccardo: Un giglio, che simboleggia la grazia che illumina e sostiene la fede, una torre merlata (solido progetto di vita) con a destra una stella a sei raggi che indica la Vergine Maria, Madre della Chiesa. Il motto è “non erubesco evangelium” (“Non mi vergogno del Vangelo”), tratto dalla lettera di San Paolo ai Romani (1,16).