Cappella della Santissima Icona (o Mauri)

  • Cappella della Santissima Icona (o Mauri)

    • Cappella della Santissima Icona (o Mauri) 22/01/2023
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Fu Andrea Mauri (vedi “palazzo Mauri”) a far costruire questa cappella, per custodirvi la Santissima Icona. La  realizzò Giovan Battista Mola dal 1623 al 1626, al posto della vecchia sagrestia.
L’icona è ora contenuta in un reliquiario donato dal Cardinale Cesare Facchinetti nel 1674. Si tratta di una tavoletta bizantina del XI/XII secolo, di tratto mediocre, che però racchiude in sé una altissima valenza storica e e devozionale.

Ricorda e testimonia lo storico attacco che Federico Barbarossa (Federico I Hohenstaufen) mosse contro Spoleto, in quanto il “Fodrum”, la tassa che pretendeva, gli venne pagato con moneta locale (il baiocco), da lui ritenuta falsa. La cifra che chiedeva era ingente: 800 libbre di argento, pari a 16.000 soldi. Secondo alcune stime circa un milione di euro di oggi.  Spoleto aveva 20.000 abitanti, e poteva schierare un paio di migliaia di uomini. Il Barbarossa era sceso in Italia con 4.500 uomini. Sebbene avesse subìto delle perdite, belliche e per malattie, nel luglio del 1155 dovrebbe aver avuto oltre 3.000 / 3.500 uomini disponibili.

Inoltre pare che gli spoletini avessero fatto prigioniero l’ambasciatore, il Conte Guido Guerra, amico personale di Federico I. Dopo una settimana di assedio, il 27 luglio del 1155, gli spoletini tentarono una sortita in campo aperto, appena fuori da Porta Ponzianina, oltre il Tessino, ed ebbero la peggio. Secondo latra ricostruzione uscirono per parlamentare. In ogni caso le armate del Barbarossa entrarono in città, da Via dell’Assalto, e la distrussero, incendiando anche il Duomo.

Dopo trent’anni, in seguito ad apposite trattative, si giunse alla pace. Così l’imperatore Barbarossa donò a Spoleto, in segno di riappacificazione, la Santissima Icona nel 1185, che la leggenda vuole essere stata dipinta da San Luca. Fu anche rubata, ma rinvenuta e rimessa al suo posto.

Nella ricorrenza dei 700 anni dal dono furono realizzate delle copie ed affisse in vari luoghi della città alta (vedi “dopo sette secoli, tante icone”).

Da notare che dalle finte aperture sopra alle porticine laterali si affacciano i committenti della Cappella della SS. Icona: Andrea Mauri e sua moglie Livia Zucconi (vedi “si affacciano Andrea e Livia”).

 

Description

Fu Andrea Mauri (vedi "palazzo Mauri") a far costruire questa cappella, per custodirvi la Santissima Icona. La  realizzò Giovan Battista Mola dal 1623 al 1626, al posto della vecchia sagrestia.
L'icona è ora contenuta in un reliquiario donato dal Cardinale Cesare Facchinetti nel 1674. Si tratta di una tavoletta bizantina del XI/XII secolo, di tratto mediocre, che però racchiude in sé una altissima valenza storica e e devozionale.

Ricorda e testimonia lo storico attacco che Federico Barbarossa (Federico I Hohenstaufen) mosse contro Spoleto, in quanto il "Fodrum", la tassa che pretendeva, gli venne pagato con moneta locale (il baiocco), da lui ritenuta falsa. La cifra che chiedeva era ingente: 800 libbre di argento, pari a 16.000 soldi. Secondo alcune stime circa un milione di euro di oggi.  Spoleto aveva 20.000 abitanti, e poteva schierare un paio di migliaia di uomini. Il Barbarossa era sceso in Italia con 4.500 uomini. Sebbene avesse subìto delle perdite, belliche e per malattie, nel luglio del 1155 dovrebbe aver avuto oltre 3.000 / 3.500 uomini disponibili.

Inoltre pare che gli spoletini avessero fatto prigioniero l'ambasciatore, il Conte Guido Guerra, amico personale di Federico I. Dopo una settimana di assedio, il 27 luglio del 1155, gli spoletini tentarono una sortita in campo aperto, appena fuori da Porta Ponzianina, oltre il Tessino, ed ebbero la peggio. Secondo latra ricostruzione uscirono per parlamentare. In ogni caso le armate del Barbarossa entrarono in città, da Via dell'Assalto, e la distrussero, incendiando anche il Duomo.

Dopo trent'anni, in seguito ad apposite trattative, si giunse alla pace. Così l'imperatore Barbarossa donò a Spoleto, in segno di riappacificazione, la Santissima Icona nel 1185, che la leggenda vuole essere stata dipinta da San Luca. Fu anche rubata, ma rinvenuta e rimessa al suo posto.

Nella ricorrenza dei 700 anni dal dono furono realizzate delle copie ed affisse in vari luoghi della città alta (vedi "dopo sette secoli, tante icone").

Da notare che dalle finte aperture sopra alle porticine laterali si affacciano i committenti della Cappella della SS. Icona: Andrea Mauri e sua moglie Livia Zucconi (vedi "si affacciano Andrea e Livia").

 

Mappa

Mappa fornita da OpenStreetMap.org

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