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Assoluzione e condanna
- 19/01/2023
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Nella prima scena San Pietro, riconoscibile dalla chiave, assolve un uomo (morto) ingiustamente condannato e colpisce con le chiavi il diavolo che vuol prendersi l’anima di questi, tirando la bilancia per farla pendere dalla sua parte. L’innocenza è però dimostrata dalla bilancia della giustizia, che, nonostante il trucco, pende verso San Michele Arcangelo, riconoscibile dalle ali.
Che il diavolo già contasse di avere la sua anima è scritto cartello che tiene in mano : “Doleo q(uia) an(te) e(rat) meus”, mi dolgo perché prima era mio.
Sulla destra un altro Santo assiste il defunto.
Nella seconda scena v’è, invece, la condanna. San Michele Arcangelo se ne va lasciando il peccatore nelle mani dei diavoli, verso i quali la bilancia pende decisamente. Alla estrema sinistra un pentolone bollente accoglie la condannata anima del peccatore.
Molti interpreti leggono le due scene separatamente denominandole “morte del giusto” e “morte del peccatore”
POSIZIONE 4 E 5