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Tomba di Lodovico Sergardi (Quinto Settano)
- 02/07/2023
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Sotto al sepolcro di Filippo Lippi, a pavimento, si trova questa grande lapide, a tumulare il luogo dove inizialmente fu sepolto Lodovico Sergardi, nato a Siena nel XVII secolo, ma morto nel 1728 a Spoleto, ove si era ritirato per meritato riposo.
Studiò a Roma, divenendo Monsignore, giureconsulto, teologo, latinista. Fu eletto Economo Generale della Fabbrica di San Pietro. Nel 1725 la carrozza di Papa Benedetto XIII rischiò di rovesciarsi per le pessime condizioni di Piazza San Pietro. Sergardi / Settano decise di lastricare la piazza con mattoncini di basalto, chiamati “quadruccio”, che da allora furono sempre più spesso chiamati “sampietrini”.
Secondo il Sansi la genesi dello pseudonimo è complessa e studiata. “Quinto” proverrebbe dal IV canto dell’Inferno, ove Dante dice di essere “sesto” tra i poeti, dopo Omero, Orazio, Ovidio e Lucano e lo stesso Virgilio. Quindi se Dante era sesto, Sergardi si disse quinto. Settano verrebbe invece da “insectari”, infettare, perché questo faceva, metaforicamente, coi suoi poemi satirici. Pare ne avesse scritti diciotto, indirizzati contro i vizi e gli errori del suo tempo.
Le sue spoglie furono tumulate in Duomo. A metà del 1800 i suoi discendenti ne reclamarono le spoglie a Siena, e gli spoletini non volevano darle, richiamando il precedente delle spoglie di Dante, non restituite da Ravenna a Firenze.
Infine nel 1869, il 30 luglio, si procedette a disseppellire le spoglie, alla presenza di un Canonico deputato dal Capitolo della Cattedrale, di Achille Sansi deputato dal Comune di Spoleto e di Giuseppe Di Marco, delegato dai Sergardi, per la traslazione a Siena. Questo evento è ricordato nel testo scritto sulla pietra.
Description
Sotto al sepolcro di Filippo Lippi, a pavimento, si trova questa grande lapide, a tumulare il luogo dove inizialmente fu sepolto Lodovico Sergardi, nato a Siena nel XVII secolo, ma morto nel 1728 a Spoleto, ove si era ritirato per meritato riposo.
Studiò a Roma, divenendo Monsignore, giureconsulto, teologo, latinista. Fu eletto Economo Generale della Fabbrica di San Pietro. Nel 1725 la carrozza di Papa Benedetto XIII rischiò di rovesciarsi per le pessime condizioni di Piazza San Pietro. Sergardi / Settano decise di lastricare la piazza con mattoncini di basalto, chiamati “quadruccio”, che da allora furono sempre più spesso chiamati “sampietrini”.
Secondo il Sansi la genesi dello pseudonimo è complessa e studiata. “Quinto” proverrebbe dal IV canto dell’Inferno, ove Dante dice di essere “sesto” tra i poeti, dopo Omero, Orazio, Ovidio e Lucano e lo stesso Virgilio. Quindi se Dante era sesto, Sergardi si disse quinto. Settano verrebbe invece da “insectari”, infettare, perché questo faceva, metaforicamente, coi suoi poemi satirici. Pare ne avesse scritti diciotto, indirizzati contro i vizi e gli errori del suo tempo.
Le sue spoglie furono tumulate in Duomo. A metà del 1800 i suoi discendenti ne reclamarono le spoglie a Siena, e gli spoletini non volevano darle, richiamando il precedente delle spoglie di Dante, non restituite da Ravenna a Firenze.
Infine nel 1869, il 30 luglio, si procedette a disseppellire le spoglie, alla presenza di un Canonico deputato dal Capitolo della Cattedrale, di Achille Sansi deputato dal Comune di Spoleto e di Giuseppe Di Marco, delegato dai Sergardi, per la traslazione a Siena. Questo evento è ricordato nel testo scritto sulla pietra.