Cripta di San Ponziano

  • Cripta di San Ponziano

    • Cripta di San Ponziano 06/01/2023
  • €0,00

Vi si accede, ovviamente, dalla Chiesa di S. Ponziano, dalla navata sinistra, in fondo.

La cripta è composta da tre navatine in tre file. La visione che se ne ha, in orizzontale, diagonale, e verticale, è comunque scandita in tre settori, a simboleggiare la divina Trinità. E la Trinità si ritrova anche nell’affresco sull’abside: il Padre sullo sfondo, il Figlio in croce, lo Spirito Santo simboleggiato dalla colomba. Questo affresco ha però due grandi particolarità: le gambe del Cristo non sono sovrapposte e la colomba non è in volo. Pare sia l’unico affresco che si conosca  con la colomba posata sulla croce.

Ma non è l’unico mistero o segreto di questa cripta, che anzi ne è talmente piena che non riusciremo qui neppure ad elencare tutte le particolarità.

Una molto importante è la simbologia ebrea presente in più parti. Innanzi tutto la predominanza del giallo, colore degli ebrei, o meglio colore imposto agli ebrei come simbolo di riconoscimento in varie epoche e luoghi. Esso è nelle figure, quasi tutte bionde, e nei loro abiti e ornamenti. La stella a sei punte, altro simbolo israelitico, è presente in alcune cornici e, infine, la figura a destra dell’altare potrebbe essere San Girolamo, così povero da non avere neppure i vestiti e così costretto a coprirsi con la lunga barba, ma forse è la raffigurazione di un rabbino.

Nell’abside un altro Cristo in croce, una croce stranamente disegnata a Y, forse per motivi prospettici, con Maddalena e Maria, aggiunte in epoca posteriore, e l’unica raffigurazione conosciuta di San Ponziano, sorvegliato da due angeli.

Molto particolari le quattro colonne. Innanzi tutto due di esse, quelle posteriori, non sono cilindriche ma coniche. Probabilmente erano le mete di un circo (un ippodromo, cioè), erano le colonne ove i cavalli o le bighe facevano la curva intorno. Siccome a Spoleto non c’è mai stato un circo, si suppone che provengano da quello di Mevania (Bevagna). Che si tratti di materiali di risulta è chiaro, sono diverse tra loro ! Inoltre la colonna anteriore destra è montata al contrario. Normalmente il rovesciamento simboleggia l'”anticristo” o il diavolo. Qui, molto più prosaicamente, si tratta di una installazione “alla buona”. Chi ha trovato una mezza colonna la ha messa col capitello in basso, perchè dava più stabilità. La mezza colonna superiore, poi, proviene da altro ricavo, infatti è diversa dalla parte inferiore. Non si spiega, però, come mai il capitello sia posto in una specie di buca, a livello più basso del pavimento.

L’altare fu spostato, era sotto l’abside.

Sulla sinistra della cripta v’è una grata dalla quale le suore di clausura possono seguire la cerimonia.

Alle tre navatine centrali ne sono state aggiunte due laterali, più grandi. In quella di destra c’è un affresco di San Michele Arcangelo. La grande devozione dei Longobardi a San Michele Arcangelo porta a collegare questa cripta alla cultura longobarda. Il nome di San Michele ricorre, nella versione longobarda di “Agipertus” anche sulla lastra di un gradino della scala di entrata, chiaramnte di riuso, come molti altri materiali in questa cripta. Questo affresco è realizzato con polvere d’oro e polvere di lapislazzulo, materie molto costose, che conferiscono un particolare colore e la brillantezza delle ali. Le suore ed altri dettagli sono aggiunti posteriormente.

Dietro una colonna un affresco, probabilmente del Maestro di Eggi, ha una particolare lucentezza. Pare che sia stata aggiunta cera d’api all’impasto.

Description

Vi si accede, ovviamente, dalla Chiesa di S. Ponziano, dalla navata sinistra, in fondo.

La cripta è composta da tre navatine in tre file. La visione che se ne ha, in orizzontale, diagonale, e verticale, è comunque scandita in tre settori, a simboleggiare la divina Trinità. E la Trinità si ritrova anche nell'affresco sull'abside: il Padre sullo sfondo, il Figlio in croce, lo Spirito Santo simboleggiato dalla colomba. Questo affresco ha però due grandi particolarità: le gambe del Cristo non sono sovrapposte e la colomba non è in volo. Pare sia l'unico affresco che si conosca  con la colomba posata sulla croce.

Ma non è l'unico mistero o segreto di questa cripta, che anzi ne è talmente piena che non riusciremo qui neppure ad elencare tutte le particolarità.

Una molto importante è la simbologia ebrea presente in più parti. Innanzi tutto la predominanza del giallo, colore degli ebrei, o meglio colore imposto agli ebrei come simbolo di riconoscimento in varie epoche e luoghi. Esso è nelle figure, quasi tutte bionde, e nei loro abiti e ornamenti. La stella a sei punte, altro simbolo israelitico, è presente in alcune cornici e, infine, la figura a destra dell'altare potrebbe essere San Girolamo, così povero da non avere neppure i vestiti e così costretto a coprirsi con la lunga barba, ma forse è la raffigurazione di un rabbino.

Nell'abside un altro Cristo in croce, una croce stranamente disegnata a Y, forse per motivi prospettici, con Maddalena e Maria, aggiunte in epoca posteriore, e l'unica raffigurazione conosciuta di San Ponziano, sorvegliato da due angeli.

Molto particolari le quattro colonne. Innanzi tutto due di esse, quelle posteriori, non sono cilindriche ma coniche. Probabilmente erano le mete di un circo (un ippodromo, cioè), erano le colonne ove i cavalli o le bighe facevano la curva intorno. Siccome a Spoleto non c'è mai stato un circo, si suppone che provengano da quello di Mevania (Bevagna). Che si tratti di materiali di risulta è chiaro, sono diverse tra loro ! Inoltre la colonna anteriore destra è montata al contrario. Normalmente il rovesciamento simboleggia l'"anticristo" o il diavolo. Qui, molto più prosaicamente, si tratta di una installazione "alla buona". Chi ha trovato una mezza colonna la ha messa col capitello in basso, perchè dava più stabilità. La mezza colonna superiore, poi, proviene da altro ricavo, infatti è diversa dalla parte inferiore. Non si spiega, però, come mai il capitello sia posto in una specie di buca, a livello più basso del pavimento.

L'altare fu spostato, era sotto l'abside.

Sulla sinistra della cripta v'è una grata dalla quale le suore di clausura possono seguire la cerimonia.

Alle tre navatine centrali ne sono state aggiunte due laterali, più grandi. In quella di destra c'è un affresco di San Michele Arcangelo. La grande devozione dei Longobardi a San Michele Arcangelo porta a collegare questa cripta alla cultura longobarda. Il nome di San Michele ricorre, nella versione longobarda di "Agipertus" anche sulla lastra di un gradino della scala di entrata, chiaramnte di riuso, come molti altri materiali in questa cripta. Questo affresco è realizzato con polvere d'oro e polvere di lapislazzulo, materie molto costose, che conferiscono un particolare colore e la brillantezza delle ali. Le suore ed altri dettagli sono aggiunti posteriormente.

Dietro una colonna un affresco, probabilmente del Maestro di Eggi, ha una particolare lucentezza. Pare che sia stata aggiunta cera d'api all'impasto.

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Mappa fornita da OpenStreetMap.org

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