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Cappella Gelosi in Duomo
- 23/02/2024
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Tra le varie Cappelle del Duomo ha una storia particolare quella della famiglia Gelosi (vedasi “spoletini illustri”).
Benedetto Gelosi, nel 1593, ottenne dal Vescovo Paolo Sanvitale il permesso di erigere una cappella di famiglia in Duomo, e già ne aveva una in S. Andrea (vedi). I lavori, con alcune sospensioni, durarono 8 anni: dal 1597 al 1605.
Era una cappella poligonale, coperta da una volta decorata con stucchi dorati e ben quindici tele dipinte. Vi furono traslate, da S. Andrea, le spoglie del figlio Francesco, morto giovane. Ma questa maestosa e costosa opera fu demolita dal 1638 quando Papa Urbano VIII (già vescovo di Spoleto) fece ristrutturare il Duomo.
Fu recuperata e posta ove oggi la troviamo, nel braccio destro del transetto, con il successivo rinnovamento di Giuseppe Valadier (dal 1785), la grande pala “Madonna della Manna d’oro e Santi Francesco e Dorotea” di Annibale Carracci. I questa immagine la Madonna della Manna d’Oro, che aveva grande devozione a Spoleto (vedi ex chiesa) dispensa ricchezze alla città, ben riconoscibile dalla Rocca ed il Ponte, sullo sfondo.
Rappresenta la Madonna della Manna d’Oro (vedi) alla quale Benedetto affida la protezione del figlio perduto: infatti nel cartiglio dell’angelo si legge “Sub tuum praesidium 1591” (l’anno della morte di Francesco, 6 febbraio 1591).
Vi sono altre scritte sotto S. Francesco (“Missus a Deo”) e sotto Santa Dorotea (“Hec dies…”).
In alto, nel tondo, il simbolo francescano (vedi “stemma francescano su San Domenico”).
Description
Tra le varie Cappelle del Duomo ha una storia particolare quella della famiglia Gelosi (vedasi "spoletini illustri").
Benedetto Gelosi, nel 1593, ottenne dal Vescovo Paolo Sanvitale il permesso di erigere una cappella di famiglia in Duomo, e già ne aveva una in S. Andrea (vedi). I lavori, con alcune sospensioni, durarono 8 anni: dal 1597 al 1605.
Era una cappella poligonale, coperta da una volta decorata con stucchi dorati e ben quindici tele dipinte. Vi furono traslate, da S. Andrea, le spoglie del figlio Francesco, morto giovane. Ma questa maestosa e costosa opera fu demolita dal 1638 quando Papa Urbano VIII (già vescovo di Spoleto) fece ristrutturare il Duomo.
Fu recuperata e posta ove oggi la troviamo, nel braccio destro del transetto, con il successivo rinnovamento di Giuseppe Valadier (dal 1785), la grande pala "Madonna della Manna d'oro e Santi Francesco e Dorotea" di Annibale Carracci. I questa immagine la Madonna della Manna d'Oro, che aveva grande devozione a Spoleto (vedi ex chiesa) dispensa ricchezze alla città, ben riconoscibile dalla Rocca ed il Ponte, sullo sfondo.
Rappresenta la Madonna della Manna d'Oro (vedi) alla quale Benedetto affida la protezione del figlio perduto: infatti nel cartiglio dell'angelo si legge "Sub tuum praesidium 1591" (l'anno della morte di Francesco, 6 febbraio 1591).
Vi sono altre scritte sotto S. Francesco ("Missus a Deo") e sotto Santa Dorotea ("Hec dies...").
In alto, nel tondo, il simbolo francescano (vedi "stemma francescano su San Domenico").