Teatro Nuovo Giancarlo Menotti

  • Teatro Nuovo Giancarlo Menotti

    • Teatro Nuovo Giancarlo Menotti 05/01/2023
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Il Teatro Nuovo (nuovo rispetto al Teatro Caio Melisso, in piazza del Duomo) fu inaugurato il 7 agosto 1864, con l’opera “Guisemberga da Spoleto”, composta appositamente per l’evento dai romani Filippo Sangiorgi (musica) e Girlo d’Orneville (libretto). L’opera, ambientata alla fine del ‘800 dopo Cristo, traspone a Spoleto un fatto che pare sia accaduto a Pavia, pur sempre nell’ambiente dei Longobardi. Tra i personaggi anche Guido I da Spoleto e suo figlio Lamberto, che furono entrambi Re d’Italia e Imperatori del Sacro Romano Impero.

Seguirono, sempre nel periodo della inaugurazione, le opere “Jone” (musica di Errico Petrella, libretto di Giovanni Peruzzini) e “Tosca” (musica di Giacomo Puccini, libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica).

La sua costruzione fu dovuta ad una “colletta” cittadina.
Tutto era iniziato nel 1820 quando Filippo Marignoli iniziò a proporre la costruzione di un nuovo teatro, essendo ormai cadente ed inadeguato quello in piazza del Duomo. Ma solo nel 1840 si riuscì a costituire una società di 68 spoletini (per complessive 91 azioni), che poi fu formalizzata il 24 febbraio 1843. Nel 1846, il Comune deliberò la costruzione del Nuovo Teatro, stabilendo che dovesse sorgere al centro della città.  Venne individuata l’area del soppresso monastero di S. Andrea, con annessa relativa chiesa, e, prima ancora, una zona delle vaste terme. Solo nel 1851 si ottenne il permesso, da Papa Pio IX, di abbattere la chiesa e costruire il teatro. Al fine , nel 1851, venne posta la prima pietra. Era preventivata una spesa di 22.000 scudi, ma si giunse, a consuntivo, a 78.000.

Il progetto fu affidato all’architetto Ireneo Aleandri, che realizzò anche lo sferisterio di Macerata e i teatri di Ascoli e di San Severino. Le decorazioni a stucco furono affidate a Luigi Masella (che aveva decorato anche il teatro Argentina ed il teatro Apollo a Roma).
Lavorarono alla progettazione ed alla realizzazione del teatro anche altri illustri artisti come Carlo Bazzani, Carlo Recatini, Eugenio Venier, Francesco Coghetti autore del sipario (vedi), Filippo e Pietro Cherubini. I ricchi lampadari della sala e del foyer furono fabbricati a Parigi, nel 1861. Come detto venne inaugurato nel 1864, quindi i lavori durarono circa 13 anni.

La facciata è preceduta da un portico a tre arcate, che contiene, nelle nicchie, statue di Rossini, Alfieri, Goldoni e Metastasio, donate dal Maestro Menotti.

Il teatro è il più grande dell’Umbria, con un palcoscenico di 25 metri ed una capienza che, tra platea, quattro ordini di palchi e loggione, sfiora gli 800 posti. Ha 280 posti in platea, 320 nei quattro ordini di palchi per un totale di 600 posti. Con il loggione, non sempre usato, si raggiungono, appunto, i 780.

Al teatro è annessa una sala concerti, anch’essa progettata dall’Aleandri. Vi trova posto anche un museo creato da Adriano Belli, fondatore nel 1947 del Teatro Lirico Sperimentale, vi è attigua una bellissima terrazza..

Il palco è di 25 metri di larghezza per 20,5 di profondità e il boccascena è di 12 metri.

Il sipario storico rappresenta la disfatta di Annibale sotto Spoleto di Francesco Coghetti, ma ne viene usato uno di colore rosso, per non danneggiare il preziosissimo disegno.

La sala 17 settembre ha stucchi, dorature e dipinti di Giuseppe Masella.

Nel 2004 il teatro Nuovo fu chiuso per imponenti lavori di restauro, e riaperto il 29 giugno 2007, per la “prima” della cinquantesima edizione del Festival.

Nel 2010 il teatro è stato intitolato al Maestro Giancarlo Menotti (1911 – 2007), ideatore e fondatore, nonchè anima, del Festival di Spoleto.

Menotti (Cadegliano Viconago, Varese 7 luglio 1911 – Monte Carlo 1 febbraio 2007) scriveva sia la musica che il libretto delle sue opere. Fu un enfant prodige: scrisse la sua prima opera a soli undici anni, nel 1918: La Morte di Pierrot. Dopo la morte del padre si trasferì per gli studia negli Stati Uniti, con la madre. Là vinse il premio Pulitzer con “il Console”. Il premio non si poteva consegnare agli stranieri, ma Menotti non voleva rinunciare alla cittadinanza italiana, così divenne cittadino statunitense per un giorno e poi tornò italiano !

Compositore di fama mondiale e parte della storia della musica, diresse anche l’Opera di Roma. Ma il suo cuore si ancorò strettamente a Spoleto, dove possedeva una casa in Piazza del Duomo e dove fu animatore infaticabile di decine di edizioni del SUO Festival.

Gli spoletini che lo conobbero, di persona o come infaticabile organizzatore, gli serbano eterna riconoscenza.

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Mappa fornita da OpenStreetMap.org

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