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Sepolcro di Lippi
- 14/06/2023
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Lorenzo il Magnifico, grande estimatore di Fra Filippo Lippi, avrebbe voluto riportare a Firenze le sue spoglie ma gli spoletini si opposero. Così il Magnifico rese onore al suo concittadino incaricando il figlio Filippino Lippi di disegnare un elegante progetto per il sepolcro da costruire all’interno del Duomo. Esso fu poi realizzato da Augusto Barocci nel 1490 (la attribuzione non è segnalata nel cartello del Monumento ma è riportata nel libro “Lux Mundi” ed. Sillabe).
In alto un ritratto di Filippo Lippi contornato da teschi e mascheroni, a ricordo della morte che tutti ci prenderà.
Al centro un epitaffio (vero e proprio genere letterario dedicato al ricordo di un defunto) scritto dal Poliziano (Agnolo Ambrogini da Montepulciano), che così recita:
“Io Filippo, gloria della pittura, sono sepolto qui: a nessuno è ignota la mirabile grazia della mia mano. Con le mie dita da artista ho dato vita ad apparenze e a lungo ingannato gli animi che speravano di udirne la voce. La stessa natura, fatta manifesta nelle mie figure, si è stupìta ed ha ammesso che io eguagliavo le sue arti. In un sepolcro di marmo Lorenzo de’ Medici mi ha dato asilo, prima ero coperto dalla umile polvere.”
Description
Lorenzo il Magnifico, grande estimatore di Fra Filippo Lippi, avrebbe voluto riportare a Firenze le sue spoglie ma gli spoletini si opposero. Così il Magnifico rese onore al suo concittadino incaricando il figlio Filippino Lippi di disegnare un elegante progetto per il sepolcro da costruire all'interno del Duomo. Esso fu poi realizzato da Augusto Barocci nel 1490 (la attribuzione non è segnalata nel cartello del Monumento ma è riportata nel libro "Lux Mundi" ed. Sillabe).
In alto un ritratto di Filippo Lippi contornato da teschi e mascheroni, a ricordo della morte che tutti ci prenderà.
Al centro un epitaffio (vero e proprio genere letterario dedicato al ricordo di un defunto) scritto dal Poliziano (Agnolo Ambrogini da Montepulciano), che così recita:
"Io Filippo, gloria della pittura, sono sepolto qui: a nessuno è ignota la mirabile grazia della mia mano. Con le mie dita da artista ho dato vita ad apparenze e a lungo ingannato gli animi che speravano di udirne la voce. La stessa natura, fatta manifesta nelle mie figure, si è stupìta ed ha ammesso che io eguagliavo le sue arti. In un sepolcro di marmo Lorenzo de' Medici mi ha dato asilo, prima ero coperto dalla umile polvere."