Fontana dei Maccabei

  • Fontana dei Maccabei

    • Fontana dei Maccabei 11/01/2023
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La fontana dei Maccabei ha dodici lati, dodici come le tribù di Israele. Tra queste quella dei  Maccabei (martellatori) più delle altre si addice a denominare un’opera scolpita. Fu realizzata, dal 1453, in luogo non noto, da Roscetto di Pietro della Cianca con materiali risultati dalla fonte di Piazza (del Foro o del Mercato).
Fu poi demolita per essere ricostruita nel 1493 da Matteo Balsimelli, detto Rubeo da Firenze, che vi aggiunse il catino superiore.

Intorno al 1770 fu spostata in in Piazza Pianciani o, secondo altri invece a San Paolo Inter Vineas. Ma la localizzazione a Piazza Pianciani ha un senso perché essa delimitava, insieme a Piazza del Mercato, il quartiere ebraico. Lo spostamento ed il rimontaggio furono curati da Antonio Dotti.

Nei primi anni del 1800, ultimata la piazza, fu definitivamente posta a piazza Fontana.

La piazza non è, ovviamente, intitolata alla fontana qui presente, ma all’illustre Pietro Fontana (Spoleto, 11 febbraio 1775 – Spoleto 31 maggio 1854) che fu politico, giurista, letterato, storico, archeologo, economista e botanico. In questa veste introdusse in Umbria la coltura (e la cultura) della barbabietola da zucchero e sperimentò, per primo, la coltivazione del tartufo, fino ad allora considerato solo un prodotto selvatico da cercare.
Fu anche studioso d’arte, iniziatore della Pinacoteca Comunale, e di poesia.
Tra i suoi scritti, oltre quelli letterari, un grosso lavoro in due volumi dedicato alle “Lezioni agrarie”, col quale conquistò la cattedra di Agronomia alla Università di Venezia. e le “statistiche”, accurato censimento economico politico. Disseppellì il ponte sanguinario, potenziò l’ospedale San Matteo, ottenne che la ferrovia Roma Ancona passasse per Spoleto, diresse la bonifica del Tessino e del Marroggia, volute dal Papa.
Nel periodo francese il Prefetto Fontana, sotto il comando del generale francese Sextius Miollis, riuscì a migliorare la rete viaria e ad aprire una sede universitaria a Spoleto.

Era figlio della Marchesa Maria Pallavicino di Genova e di Filippo Fontana. Sposò la Contessa Teresa Laderchi di Faenza. Ebbero per figlia Maddalena che sposò Solone Campello.
Durante l’invasione francese (1809 – 1814) fu Segretario Generale e poi Prefetto del Dipartimento del Trasimeno, che comprendeva quasi tutta l’Umbria attuale ed una parte delle Marche, avente per capoluogo Spoleto, con ben 350.000 abitanti !
Alla sconfitta di Napoleone, Fontana, avendo gestito il potere sotto i francesi con equilibrio e senso civico, fu nominato, dal Papa spoletino Leone XII, Prefetto della Provincia e Gonfaloniere (primo cittadino) di Spoleto per cinque anni (1823 – 1828),e poi Presidente del Consiglio Provinciale dal 1831 al 1834.
Visse lungamente a Roma, ove ebbe amicizie illustri, tra le quali quella di Antonio Canova. Fu socio della Accademia dei Lincei e Presidente della Accademia degli Ottusi

 

 

Description

La fontana dei Maccabei ha dodici lati, dodici come le tribù di Israele. Tra queste quella dei  Maccabei (martellatori) più delle altre si addice a denominare un'opera scolpita. Fu realizzata, dal 1453, in luogo non noto, da Roscetto di Pietro della Cianca con materiali risultati dalla fonte di Piazza (del Foro o del Mercato).
Fu poi demolita per essere ricostruita nel 1493 da Matteo Balsimelli, detto Rubeo da Firenze, che vi aggiunse il catino superiore.

Intorno al 1770 fu spostata in in Piazza Pianciani o, secondo altri invece a San Paolo Inter Vineas. Ma la localizzazione a Piazza Pianciani ha un senso perché essa delimitava, insieme a Piazza del Mercato, il quartiere ebraico. Lo spostamento ed il rimontaggio furono curati da Antonio Dotti.

Nei primi anni del 1800, ultimata la piazza, fu definitivamente posta a piazza Fontana.

La piazza non è, ovviamente, intitolata alla fontana qui presente, ma all'illustre Pietro Fontana (Spoleto, 11 febbraio 1775 – Spoleto 31 maggio 1854) che fu politico, giurista, letterato, storico, archeologo, economista e botanico. In questa veste introdusse in Umbria la coltura (e la cultura) della barbabietola da zucchero e sperimentò, per primo, la coltivazione del tartufo, fino ad allora considerato solo un prodotto selvatico da cercare.
Fu anche studioso d’arte, iniziatore della Pinacoteca Comunale, e di poesia.
Tra i suoi scritti, oltre quelli letterari, un grosso lavoro in due volumi dedicato alle “Lezioni agrarie”, col quale conquistò la cattedra di Agronomia alla Università di Venezia. e le “statistiche”, accurato censimento economico politico. Disseppellì il ponte sanguinario, potenziò l’ospedale San Matteo, ottenne che la ferrovia Roma Ancona passasse per Spoleto, diresse la bonifica del Tessino e del Marroggia, volute dal Papa.
Nel periodo francese il Prefetto Fontana, sotto il comando del generale francese Sextius Miollis, riuscì a migliorare la rete viaria e ad aprire una sede universitaria a Spoleto.

Era figlio della Marchesa Maria Pallavicino di Genova e di Filippo Fontana. Sposò la Contessa Teresa Laderchi di Faenza. Ebbero per figlia Maddalena che sposò Solone Campello.
Durante l'invasione francese (1809 - 1814) fu Segretario Generale e poi Prefetto del Dipartimento del Trasimeno, che comprendeva quasi tutta l’Umbria attuale ed una parte delle Marche, avente per capoluogo Spoleto, con ben 350.000 abitanti !
Alla sconfitta di Napoleone, Fontana, avendo gestito il potere sotto i francesi con equilibrio e senso civico, fu nominato, dal Papa spoletino Leone XII, Prefetto della Provincia e Gonfaloniere (primo cittadino) di Spoleto per cinque anni (1823 – 1828),e poi Presidente del Consiglio Provinciale dal 1831 al 1834.
Visse lungamente a Roma, ove ebbe amicizie illustri, tra le quali quella di Antonio Canova. Fu socio della Accademia dei Lincei e Presidente della Accademia degli Ottusi

 

 

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Mappa fornita da OpenStreetMap.org

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