Fonte del Mascherone

  • Fonte del Mascherone

    • Fonte del Mascherone 11/01/2023
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La fontana dovrebbe risalire al XVII secolo (1642). Però sarà stata restaurata nel 1736, come recita la iscrizione superiore. Sembra che esistesse già una fonte in epoca molto antica. Un altro restauro risale agli anni ’70, a cura della Mobil Oil e degli Amici di Spoleto, un successivo è del 2012 a cura del Comune di Spoleto e della Coo.Be.C..

Pare, ma non è certo, che sia opera di Emanuele Crise.

Ovviamente il nome gli deriva dal volto deformato ed enigmatico da cui esce l’acqua, riversandosi in tre vasche successive. Forse la prima di queste era un sepolcro. E’ quasi certo, invece, che furono usati materiali di risulta provenienti dal ponte sanguinario.

Oltre alla funzione di pubblico ornamento svolgeva anche quella di abbeveratoio per animali, soprattutto per le pecore che, portate a Spoleto attraverso il Ponte dai pascoli di Patrico per essere vendute, potevano qui dissetarsi.

Vicino ed insieme al “mascherone” v’è una fontanella, sormontata dalla invitate e caritatevole iscrizione “bevi viandante”, come a dire “Spoleto ti offre ristoro”.

La cancellata che ora, riadattata dal fabbro spoletino Francesco Bertini, chiude il nartece di San Gregorio maggiore, era prima a protezione del mascherone. Durante la epidemia di tifo serviva ad impedire un accesso indiscriminato che avrebbe potuto inquinare le acque.

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La fontana dovrebbe risalire al XVII secolo (1642). Però sarà stata restaurata nel 1736, come recita la iscrizione superiore. Sembra che esistesse già una fonte in epoca molto antica. Un altro restauro risale agli anni '70, a cura della Mobil Oil e degli Amici di Spoleto, un successivo è del 2012 a cura del Comune di Spoleto e della Coo.Be.C..

Pare, ma non è certo, che sia opera di Emanuele Crise.

Ovviamente il nome gli deriva dal volto deformato ed enigmatico da cui esce l'acqua, riversandosi in tre vasche successive. Forse la prima di queste era un sepolcro. E' quasi certo, invece, che furono usati materiali di risulta provenienti dal ponte sanguinario.

Oltre alla funzione di pubblico ornamento svolgeva anche quella di abbeveratoio per animali, soprattutto per le pecore che, portate a Spoleto attraverso il Ponte dai pascoli di Patrico per essere vendute, potevano qui dissetarsi.

Vicino ed insieme al "mascherone" v'è una fontanella, sormontata dalla invitate e caritatevole iscrizione "bevi viandante", come a dire "Spoleto ti offre ristoro".

La cancellata che ora, riadattata dal fabbro spoletino Francesco Bertini, chiude il nartece di San Gregorio maggiore, era prima a protezione del mascherone. Durante la epidemia di tifo serviva ad impedire un accesso indiscriminato che avrebbe potuto inquinare le acque.

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Mappa fornita da OpenStreetMap.org

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