Nulla mai di eccessivo, niente di troppo.

Questo motto, su palazzetto Sillani, richiama alla eleganza ed alla temperanza. Una scritta che si trova sul tempio di Apollo a Delfi (meden agan - Μηδὲν  ἄγαν), un invito alla moderazione, ad evitare gli eccessi. E' richiamato anche da Terenzio ed Orazio. Può essere tradotta, all'incirca, con "nulla di troppo", "non eccedere in nulla", "che non ci sia mai troppo". Per i Greci, ed anche per i Romani, l’eccesso non era solo un comportamento scellerato, era una vera e propria hybris, una mancanza di misura che portava al disordine, alla perdita di armonia ed alla rovina. La moderazione non era vista come una virtù minore: era la condizione necessaria affinché l’individuo potesse vivere in accordo con il cosmo e con sé stesso.

Scritto a Spoleto potrebbe essere stato un monito alle famiglie ricche che sciupavano moltissimo, in abiti, feste, arredi, doti. Infatti da metà 1400 a primi del 1600 anche a Spoleto furono emesse le "leggi suntuarie" ("de sumptibus"), con delle sanzioni verso le spese eccessive.