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Teodolapio – Alexander Calder
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10/01/2023
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€0,00
Il “Teodolapio” è opera di Alexander Calder, artista statunitense di origini scozzesi.
Egli divenne famoso per le sculture “mobili”, ma si dedicò anche a grandiose installazioni destinate ad interagire con la città, con il traffico, con le persone, chiamate “stabili”, delle quali questa è una delle prime mai realizzate.
Quella di Spoleto, infatti, funge da rotatoria del piazzale della stazione, ma anche da sfondo del lungo Viale Trento e Trieste, visto dal centro città.
Calder realizzò altre sculture simili: sono esposte, ad esempio, a Montreal, Hannover, Rotterdam, Stoccarda, Berlino, Chicago, Città del Messico.
Quella in acciaio nero che svetta nella nostra città è dedicata al Duca di Spoleto che resse l’importante ducato dal 600 al 653 dopo Cristo.
La scultura si trova in Piazza Polvani (piazzale della stazione). Realizzata dalle officine della Italsider di Savona, è alta 18 metri, larga 14 e pesa 30 tonnellate.
Inizialmente all’artista fu richiesto un “mobile”, da installare davanti a porta San Matteo, in un luogo contiguo al centro città ed alle altre opere esposte. Quando però Calder propose invece uno “stabile” molto pesante si dovette scegliere altro luogo, perché il terreno sottostante al primo sito era inadatto a tale peso. Il nuovo punto piacque molto all’artista, perché ai viaggiatori uscenti dalla stazione la città sarebbe apparsa totalmente inquadrata dalla sua opera.
Carandente nei suoi appunti ci dice anche che ci fu un errore di interpretazione del progetto, che era disegnato in piedi e fu interpretato in metri, talché ne è venuta fuori una opera grande praticamente il triplo. Infatti si vedono saldati sulle lamiere dei contrafforti, che altrimenti il peso le avrebbe piegate. L’opera, vittima, dopo tanti anni, delle ruggine, è stata restaurata dalla Fondazione Carispo. L’artista la donò calla Citta di Spoleto con delle condizioni: l’impegno a restaurarla e riverniciarla, a non rimuoverla senza autorizzazione dell’autore, a non danneggiarla né modificarla. La donazinoe fu accettata dal Consiglio Comunale, con voto unanime, il 6 ottobre 1964.
Sulla esperienza di Spoleto 1962 vedasi “brevi note su Spoleto 1962”
Giovanni Polvani (Spoleto, 17 dicembre 1892 – Milano, 11 agosto 1970) fu un eminente scienziato, un fisico.
Conobbe Enrico Fermi da studente alla Normale di Pisa. Nel 1927 fu nominato Docente all’Università di Bari. Insegnò poi nelle Università di Bologna e di Milano.
Dal 1966 al 1969 fu Magnifico Rettore dell’Università di Milano.
Dal 1947 al 1961 fu presidente della Società Italiana di Fisica.
Fu anche presidente del C.N.R. dal 1960 al 1965.
I suoi studi hanno riguardato il magnetismo, la termodinamica, la teoria dei quanti e la storia della scienza.
Oltre al piazzale della stazione gli è intitolato anche l’osservatorio astronomico che è su Palazzo Toni.
Description
Il "Teodolapio" è opera di Alexander Calder, artista statunitense di origini scozzesi.
Egli divenne famoso per le sculture "mobili", ma si dedicò anche a grandiose installazioni destinate ad interagire con la città, con il traffico, con le persone, chiamate "stabili", delle quali questa è una delle prime mai realizzate.
Quella di Spoleto, infatti, funge da rotatoria del piazzale della stazione, ma anche da sfondo del lungo Viale Trento e Trieste, visto dal centro città.
Calder realizzò altre sculture simili: sono esposte, ad esempio, a Montreal, Hannover, Rotterdam, Stoccarda, Berlino, Chicago, Città del Messico.
Quella in acciaio nero che svetta nella nostra città è dedicata al Duca di Spoleto che resse l’importante ducato dal 600 al 653 dopo Cristo.
La scultura si trova in Piazza Polvani (piazzale della stazione). Realizzata dalle officine della Italsider di Savona, è alta 18 metri, larga 14 e pesa 30 tonnellate.
Inizialmente all'artista fu richiesto un "mobile", da installare davanti a porta San Matteo, in un luogo contiguo al centro città ed alle altre opere esposte. Quando però Calder propose invece uno "stabile" molto pesante si dovette scegliere altro luogo, perché il terreno sottostante al primo sito era inadatto a tale peso. Il nuovo punto piacque molto all'artista, perché ai viaggiatori uscenti dalla stazione la città sarebbe apparsa totalmente inquadrata dalla sua opera.
Carandente nei suoi appunti ci dice anche che ci fu un errore di interpretazione del progetto, che era disegnato in piedi e fu interpretato in metri, talché ne è venuta fuori una opera grande praticamente il triplo. Infatti si vedono saldati sulle lamiere dei contrafforti, che altrimenti il peso le avrebbe piegate. L'opera, vittima, dopo tanti anni, delle ruggine, è stata restaurata dalla Fondazione Carispo. L'artista la donò calla Citta di Spoleto con delle condizioni: l'impegno a restaurarla e riverniciarla, a non rimuoverla senza autorizzazione dell'autore, a non danneggiarla né modificarla. La donazinoe fu accettata dal Consiglio Comunale, con voto unanime, il 6 ottobre 1964.
Sulla esperienza di Spoleto 1962 vedasi "brevi note su Spoleto 1962"
Giovanni Polvani (Spoleto, 17 dicembre 1892 – Milano, 11 agosto 1970) fu un eminente scienziato, un fisico.
Conobbe Enrico Fermi da studente alla Normale di Pisa. Nel 1927 fu nominato Docente all'Università di Bari. Insegnò poi nelle Università di Bologna e di Milano.
Dal 1966 al 1969 fu Magnifico Rettore dell'Università di Milano.
Dal 1947 al 1961 fu presidente della Società Italiana di Fisica.
Fu anche presidente del C.N.R. dal 1960 al 1965.
I suoi studi hanno riguardato il magnetismo, la termodinamica, la teoria dei quanti e la storia della scienza.
Oltre al piazzale della stazione gli è intitolato anche l'osservatorio astronomico che è su Palazzo Toni.