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Riusi sul Duomo
- 19/01/2023
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Il campanile del Duomo di Spoleto fu innalzato, facendo abbondante uso di pietre rivenienti dal altri edifici, probabilmente sul finire del XII secolo.
La cella campanaria è invece più recente, fatta da Cione di Taddeo su disegno di Cola di Caprarola dal 1512 al 1515.
Alcune di queste parti riusate sono particolarmente evidenti.
Sull’angolo verso la piazza una bassa pietra d’angolo è decorata con dei fregi a triglifo.
Una simile è più in alto, ma non ad angolo.
Un’altra pietra è divisa in quattro riquadri da una raffinata treccia, ed ogni riquadro è finemente decorato.
Nel lato verso la Rocca, appena sopra la terrazza del portico, vi sono degli strani simboli in una pietra. Che alcuni ritengono essere simboli fallici (alati).
Questo, in epoca romana, era un simbolismo apotropaico (“scaccia iella”), per cui ben poteva trovarsi negli edifici da cui le pietre furono prese.
Molte pietre di riuso sono visibili anche sotto il porticato, quindi da vicino. Una, in particolare, raffigura due cervi con una coppa al centro. Il cervo è un animale simbolico già nei Celti, legato al dio Cernunnos. Passato ai cristiani fu simbolo della vita che si rinnova, perché i palchi del cervo, le sue corna, si rinnovano periodicamente. Ma simboleggia anche l’anima che anela a Dio, Gesù Cristo che combatte e vince il demonio, il bene che trionfa sul male e la prudenza. La coppa è l’oggetto che raccolse il sangue di Gesù, da cui la leggenda del “Sacro Graal”. Una interpretazione è nella rinascita (nell’aldilà) di chi si abbevera al messaggio di Cristo.
Il campanile fu usato anche per rifornire la Rocca, assediata da Braccio Fortebraccio nel 1419. Tramite una fune vi si inviavano i rifornimenti.
La cella campanaria fu aggiunta, infatti, solo nel 1512 da Cione di Taddeo e Cola da Caprarola. Fu poi restaurata nel 1558 da Bernardino di Daniele da Carona e nel 1846 quando fu danneggiata da un fulmine.