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San Domenico
- 06/01/2023
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€0,00
Particolarissima costruzione risalente al XIII e XIV secolo, in pietra bianca e rosa, tipologia non riscontrabile a Spoleto, ma presente in Umbria, ad esempio a Santa Chiara in Assisi o a Santa Prassede a Todi. Si tratta della pregiata “pietra rosa del Subasio”, che è ricca di ossido di ferro.
Fu costruita vicino al convento dei Domenicani, in stile gotico, ad una sola navata, a croce latina, su una preesistente cappella dedicata al Salvatore.
Originariamente domenicana fu affidata poi, nel secolo scorso, ai Frati Minori.
Nel ‘600 e nel ‘700 subì delle trasformazioni, in stile barocco, che vennero poi tolte con l’intervento dell’Architetto Ugo Tarchi, tra il 1934 ed il 1937.
Gli ornamenti della facciata appaiono incompiuti, i portali sono sulla facciata e sul fianco destro.
All’interno sono conservati importanti affreschi e dipinti, in particolare nella cappella della Maddalena, ove il ciclo iconografico narra una misteriosa storia: “la leggenda provenzale di Santa Maria Maddalena”.
Bellissima la tela settecentesca di Giovanni Lanfranco. Notevole il “Trionfo di San Tommaso d’Aquino”” e la “Madonna col Bambino e quattro sante” di Giovanni Lanfranco.
Da una cappella interna si accede alla cripta, costituita dallo spazio rettangolare con pareti affrescate che era stato la chiesa di S. Pietro martire. Le volte poggiano, oltre che sui muri perimetrali, su di un pilastro centrale. Del complesso facevano parte i locali delle ex prigioni del Sant’Uffizio.
La torre campanaria inizia vicino al transetto, e culmina in una loggia cinquecentesca; la parte superiore del campanile risale al XVI secolo.
La costruzione è molto originale, non trovandosi in Spoleto esempi similari.
Questa chiesa, conserva, secondo la leggenda un chiodo della Croce di Cristo.
La Fondazione Francesca, Valentina e Luigi Antonini ha provveduto a restaurare l’orologio del campanile, alcune vetrate, l’organo, il paliotto in cuoio e tre grandi dipinti.
Description
Particolarissima costruzione risalente al XIII e XIV secolo, in pietra bianca e rosa, tipologia non riscontrabile a Spoleto, ma presente in Umbria, ad esempio a Santa Chiara in Assisi o a Santa Prassede a Todi. Si tratta della pregiata "pietra rosa del Subasio", che è ricca di ossido di ferro.
Fu costruita vicino al convento dei Domenicani, in stile gotico, ad una sola navata, a croce latina, su una preesistente cappella dedicata al Salvatore.
Originariamente domenicana fu affidata poi, nel secolo scorso, ai Frati Minori.
Nel '600 e nel '700 subì delle trasformazioni, in stile barocco, che vennero poi tolte con l'intervento dell'Architetto Ugo Tarchi, tra il 1934 ed il 1937.
Gli ornamenti della facciata appaiono incompiuti, i portali sono sulla facciata e sul fianco destro.
All'interno sono conservati importanti affreschi e dipinti, in particolare nella cappella della Maddalena, ove il ciclo iconografico narra una misteriosa storia: "la leggenda provenzale di Santa Maria Maddalena".
Bellissima la tela settecentesca di Giovanni Lanfranco. Notevole il “Trionfo di San Tommaso d’Aquino”” e la “Madonna col Bambino e quattro sante” di Giovanni Lanfranco.
Da una cappella interna si accede alla cripta, costituita dallo spazio rettangolare con pareti affrescate che era stato la chiesa di S. Pietro martire. Le volte poggiano, oltre che sui muri perimetrali, su di un pilastro centrale. Del complesso facevano parte i locali delle ex prigioni del Sant'Uffizio.
La torre campanaria inizia vicino al transetto, e culmina in una loggia cinquecentesca; la parte superiore del campanile risale al XVI secolo.
La costruzione è molto originale, non trovandosi in Spoleto esempi similari.
Questa chiesa, conserva, secondo la leggenda un chiodo della Croce di Cristo.
La Fondazione Francesca, Valentina e Luigi Antonini ha provveduto a restaurare l'orologio del campanile, alcune vetrate, l'organo, il paliotto in cuoio e tre grandi dipinti.