San Pietro Martire (Cripta di San Domenico)

  • San Pietro Martire (Cripta di San Domenico)

    • San Pietro Martire (Cripta di San Domenico) 07/01/2023
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Nel 1253 a San Ponziano fu affiancato, come compatrono di Spoleto, San Pietro Martire (o San Pietro da Verona, al secolo Pietro Rosini). Ciò perché egli aveva predicato anche a Spoleto, come testimonia un affresco nella cappella laterale sinistra di San Domenico, che ci restituisce anche la struttura antica di Piazza del Mercato, con la vecchia fontana. Inoltre pare che San Pietro Martire abbia condizionato, tramite le preghiere dei fedeli a lui rivolte, l’esito di una furiosa battaglia tra ghibellini e guelfi, che si svolse sotto Pompagnano nel 1391. Ebbero, ovviamente, la meglio i guelfi, e si trattò, in pratica, della definitiva svolta di Spoleto in direzione della Chiesa, situazione rimasta tale fino alla invasione piemontese del 1860.Pietro era nativo di famiglia catara veronese, decise di entrare nell’ordine dei Frati Predicatori Domenicani quando il loro fondatore, Domenico di Guzman, era ancora in vita ed ancora lottava in Linguadoca contro la diffusione della “eresia catara”.Morì accoltellato alla testa nei boschi di Seveso nel 1252, ove si trovava, recandosi da Como a Milano, insieme ad un suo confratello che rimase gravemente ferito e morì dopo qualche giorno: il suo nome era Domenico ! Si narra che negli ultimi attimi di vita riuscì a scrivere in terra col proprio sangue “Credo”.

La piccola chiesa a lui dedicata è dietro e sotto la chiesa di S. Domenico. Vi si può accedere da una ripida scaletta scaletta interna, che inizia a sinistra dell’altare di San Domenico, poiché la porta sulla piazza è stata murata. Si tratta di un ambiente di pianta quasi quadrata, con una unica colonna al centro, due piccole finestre, molti affreschi alle pareti, sebbene di fattura non squisita.

Vi aveva sede la “Confraternita di San Pietro Martire”, una delle numerose opere di beneficenza nate a Spoleto. Il simbolo di questi frati era un sacco a righe bianche e rosse da cui i colori della città.

 

 

Description

Nel 1253 a San Ponziano fu affiancato, come compatrono di Spoleto, San Pietro Martire (o San Pietro da Verona, al secolo Pietro Rosini). Ciò perché egli aveva predicato anche a Spoleto, come testimonia un affresco nella cappella laterale sinistra di San Domenico, che ci restituisce anche la struttura antica di Piazza del Mercato, con la vecchia fontana. Inoltre pare che San Pietro Martire abbia condizionato, tramite le preghiere dei fedeli a lui rivolte, l'esito di una furiosa battaglia tra ghibellini e guelfi, che si svolse sotto Pompagnano nel 1391. Ebbero, ovviamente, la meglio i guelfi, e si trattò, in pratica, della definitiva svolta di Spoleto in direzione della Chiesa, situazione rimasta tale fino alla invasione piemontese del 1860.Pietro era nativo di famiglia catara veronese, decise di entrare nell'ordine dei Frati Predicatori Domenicani quando il loro fondatore, Domenico di Guzman, era ancora in vita ed ancora lottava in Linguadoca contro la diffusione della "eresia catara".Morì accoltellato alla testa nei boschi di Seveso nel 1252, ove si trovava, recandosi da Como a Milano, insieme ad un suo confratello che rimase gravemente ferito e morì dopo qualche giorno: il suo nome era Domenico ! Si narra che negli ultimi attimi di vita riuscì a scrivere in terra col proprio sangue "Credo".

La piccola chiesa a lui dedicata è dietro e sotto la chiesa di S. Domenico. Vi si può accedere da una ripida scaletta scaletta interna, che inizia a sinistra dell'altare di San Domenico, poiché la porta sulla piazza è stata murata. Si tratta di un ambiente di pianta quasi quadrata, con una unica colonna al centro, due piccole finestre, molti affreschi alle pareti, sebbene di fattura non squisita.

Vi aveva sede la "Confraternita di San Pietro Martire", una delle numerose opere di beneficenza nate a Spoleto. Il simbolo di questi frati era un sacco a righe bianche e rosse da cui i colori della città.

 

 

Mappa

Mappa fornita da OpenStreetMap.org

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