San Ponziano

  • San Ponziano

    • San Ponziano 07/01/2023
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Il complesso, è dedicato al Santo Patrono di Spoleto, che si festeggia il 14 Gennaio, giorno in cui a Spoleto non si deve tagliare il pane col coltello, perché il gesto rinnoverebbe quello del martirio del Santo.

Ponziano era di famiglia agiata, e visse ai tempi dell’Imperatore Marco Aurelio, durante la quale si ebbero le c.d. “persecuzioni fabiane”, dal nome del giudice Fabiano.

Molte le leggende intorno al suo martirio. Si narra che fu messo nell’Anfiteatro coi leoni, i quali, però, non lo assalirono. Allora fu fatto camminare sui carboni ardenti, ma non ne riportò ingiuria alcuna. Quindi fu incarcerato senza cibo né acqua, ma sopravvisse perché gli angeli gli portarono gli alimenti.

Infine nel 176 D.C. fu decapitato sul ponte del Tessino, che da allora assunse il nome di “sanguinario”. La sua testa con un balzo (con tre, secondo altri) andò a cadere nel luogo ove ora è la Chiesa a lui dedicata, facendo incredibilmente un lungo tratto e per di più in salita. E dove si fermò zampillò una fonte.

E’ inoltre leggendario il detto “Spoleto tremerà ma non crollerà”, a lui riferito. Probabilmente la città ha resistito a innumerevoli terremoti per uno strato argilloso che ammortizza le scosse.

Ponziano è Patrono di Spoleto (insieme a San Pietro Martire) e di Utrecht, perché nel 966 il vescovo della città olandese ne trasferì là alcune spoglie e lo elesse a tale ruolo.

La chiesa a tre navate e tre absidi fu edificata tra il XII ed il XIII secolo in stile romanico. Ha poi subìto, fino al 1788, pesanti rimaneggiamenti interni, in particolare alla fine del XVIII secolo, ad opera del Valadier. Nell’XI secolo fu monastero benedettino e nel 1392 ospitò una comunità religiosa femminile sotto la regola di San Benedetto. Nel XVI secolo arrivarono le Clarisse.

Nel 1860 il complesso diventò di proprietà del Comune di Spoleto. Nel 1899 fu ceduto a privati. Successivamente fu restituito alle monache e dal 1905 è abitato dalle Canoniche Regolari Lateranensi di Sant’Agostino.

Vi si accede da un arco in cui è raffigurato il santo stesso armato e a cavallo.

Nella chiesa sono conservati tre antichi sarcofaghi e nella sala capitolare è conservato un grande affresco datato 1482 che rappresenta la Madonna con il Bambino tra i Santi Benedetto e Ponziano.

Il campanile proviene dalla trasformazione di una torre di avvistamento che era in posizione assai strategica a controllare il diverticolo della Via Flaminia ed, eventualmente, il letto del torrente.

La facciata è disegnata da archetti pensili che si ritrovano nel timpano. Il portale, riquadrato da una cornice coi simboli dei quattro evangelisti, manca del rosone, delle teste del grifone, dell’aquila e del leone, che furono rubate. La colonna di sinistra è stata ricostruita durante lavori di consolidamento e restauro negli anni 80, volutamente con materiale moderno, per non ingannare con un finto antico.

Il portale è ornato da lavori della famiglia dei Cosmati, che erano specializzati in pavimenti e facevano venire il porfido da una specifica cava del viterbese.

In questa chiesa è sepolto Giovanni Parenzi (vedi “Spoletini illustri”)

Facciata, campanile, abside e cripta sono parti originarie, le altre sono state ricostruite. Sul restauro del 1980 ci furono moltissime polemiche, perché la parasta a sinistra del portale fu demolita e quindi ricostruita con una pietra palesemente diversa da quella originaria.

Ogni anno, in occasione della sua festa il cranio di San Ponziano viene portato in Duomo per le adorazioni. E’ leggenda che nel monastero si senta allora il pianto delle monache defunte, dovuto alla mancanza del loro Santo.

Description

Il complesso, è dedicato al Santo Patrono di Spoleto, che si festeggia il 14 Gennaio, giorno in cui a Spoleto non si deve tagliare il pane col coltello, perché il gesto rinnoverebbe quello del martirio del Santo.

Ponziano era di famiglia agiata, e visse ai tempi dell'Imperatore Marco Aurelio, durante la quale si ebbero le c.d. "persecuzioni fabiane", dal nome del giudice Fabiano.

Molte le leggende intorno al suo martirio. Si narra che fu messo nell'Anfiteatro coi leoni, i quali, però, non lo assalirono. Allora fu fatto camminare sui carboni ardenti, ma non ne riportò ingiuria alcuna. Quindi fu incarcerato senza cibo né acqua, ma sopravvisse perché gli angeli gli portarono gli alimenti.

Infine nel 176 D.C. fu decapitato sul ponte del Tessino, che da allora assunse il nome di "sanguinario". La sua testa con un balzo (con tre, secondo altri) andò a cadere nel luogo ove ora è la Chiesa a lui dedicata, facendo incredibilmente un lungo tratto e per di più in salita. E dove si fermò zampillò una fonte.

E' inoltre leggendario il detto "Spoleto tremerà ma non crollerà", a lui riferito. Probabilmente la città ha resistito a innumerevoli terremoti per uno strato argilloso che ammortizza le scosse.

Ponziano è Patrono di Spoleto (insieme a San Pietro Martire) e di Utrecht, perché nel 966 il vescovo della città olandese ne trasferì là alcune spoglie e lo elesse a tale ruolo.

La chiesa a tre navate e tre absidi fu edificata tra il XII ed il XIII secolo in stile romanico. Ha poi subìto, fino al 1788, pesanti rimaneggiamenti interni, in particolare alla fine del XVIII secolo, ad opera del Valadier. Nell’XI secolo fu monastero benedettino e nel 1392 ospitò una comunità religiosa femminile sotto la regola di San Benedetto. Nel XVI secolo arrivarono le Clarisse.

Nel 1860 il complesso diventò di proprietà del Comune di Spoleto. Nel 1899 fu ceduto a privati. Successivamente fu restituito alle monache e dal 1905 è abitato dalle Canoniche Regolari Lateranensi di Sant’Agostino.

Vi si accede da un arco in cui è raffigurato il santo stesso armato e a cavallo.

Nella chiesa sono conservati tre antichi sarcofaghi e nella sala capitolare è conservato un grande affresco datato 1482 che rappresenta la Madonna con il Bambino tra i Santi Benedetto e Ponziano.

Il campanile proviene dalla trasformazione di una torre di avvistamento che era in posizione assai strategica a controllare il diverticolo della Via Flaminia ed, eventualmente, il letto del torrente.

La facciata è disegnata da archetti pensili che si ritrovano nel timpano. Il portale, riquadrato da una cornice coi simboli dei quattro evangelisti, manca del rosone, delle teste del grifone, dell'aquila e del leone, che furono rubate. La colonna di sinistra è stata ricostruita durante lavori di consolidamento e restauro negli anni 80, volutamente con materiale moderno, per non ingannare con un finto antico.

Il portale è ornato da lavori della famiglia dei Cosmati, che erano specializzati in pavimenti e facevano venire il porfido da una specifica cava del viterbese.

In questa chiesa è sepolto Giovanni Parenzi (vedi "Spoletini illustri")

Facciata, campanile, abside e cripta sono parti originarie, le altre sono state ricostruite. Sul restauro del 1980 ci furono moltissime polemiche, perché la parasta a sinistra del portale fu demolita e quindi ricostruita con una pietra palesemente diversa da quella originaria.

Ogni anno, in occasione della sua festa il cranio di San Ponziano viene portato in Duomo per le adorazioni. E' leggenda che nel monastero si senta allora il pianto delle monache defunte, dovuto alla mancanza del loro Santo.

Mappa

Mappa fornita da OpenStreetMap.org

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