Convento dei Dominicani

  • Convento dei Dominicani

    • Convento dei Dominicani 29/01/2023
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Accanto alla Chiesa del Salvatore (San Domenico), nel 1288, fu edificato il convento con l’ampliamento di un edificio preesistente, voluto dal vescovo Paperon de’ Paperoni, dominicano, proveniente da una importante famiglia romana. E’ ignota la sua data di nascita in Roma, morì a Spoleto nel 1290. Suo padre, Giovanni de’ Paparonis, era un esponente dei Paparoni, stirpe cui, nel XIII secolo, appartenne anche il senatore romano Scotto de’ Paparoni. Paperone fu nominato vescovo di Foligno, da papa Clemente IV, e tale rimase per 20 anni (dal 1265 al 1285). Onorio IV lo spostò a vescovo di Spoleto, dal 1285 alla sua morte. In ambo le città di cui fu vescovo  fece erigere numerosi conventi ed edifici religiosi. Una sua immagine è riportata in un dipinto del 1720 conservato nel palazzo vescovile di Spoleto.
Come è noto il suo nome fu preso da Walt Disney per il personaggio del vecchio riccone.

Nel 1798 si svolse la battaglia di Campomicciolo, zona Terni. Le truppe, guidate dal generale francese Louis Lemoine, a sostegno della Repubblica Romana ebbero la meglio su quelle guidate dal colonnello Sanfilippo, alla testa delle truppe inviate dal Regno di Napoli per restaurare l’autorità papale. I francesi si acquartierarono alla Rocca e nei conventi di San Simone, San Luca e, appunto, San Domenico. I frati  si ritirarono in una piccola parte del convento.

Poi l’edificio divenne quindi sede dell’Istituto di Studi del Compartimento del Clitunno, di cui Spoleto era capitale, che comprendeva facoltà universitarie di medicina, legge e teologia. Poi fu adibito a scuole elementari, pur se si continuò a chiamarlo “l’Università”

Dopo la invasione piemontese, nel 1862, l’edificio divenne  Tribunale e, in parte, caserma.
Dal 1870 in poi tornò ad ospitare le scuole: il Regio Istituto Tecnico.
L’ex oratorio della Confraternita di San Pietro Martire ospita un grande affresco del XVI secolo attribuito a Lo Spagna rappresentante la Crocefissione con quattro angeli, San Domenico, la Vergine, la Maddalena e i santi Pietro Martire, Giovanni e Vincenzo Ferrer.
Dal 1909 e fino al 1925 fu sede del Circolo della gioventù cattolica.
Dal 1997 è sede dell’Istituto Statale d’Arte intitolato a  “Leoncillo Leonardi”, che ne fu, insieme al fratello Lionello e ad Ugo Rambaldi, fondatore.

Leoncillo Leonardi (Spoleto 1915 – Roma 1968) è nipote di Eleuterio Leonardi (notissimo liutaio) e figlio di Fernando Leonardi, poeta. Fu uno scultore di fama internazionale, esponente dell’espressionismo della seconda Scuola Romana, per poi approdare allo stile informale.
Si narra che produsse le sue prime sculture quando, a 15 anni, bocciato per la condotta, viene chiuso in castigo in soffitta e lavora i blocchi di creta che gli porta il fratello Lionello.
Partecipò a “Spoleto 1962” con una opera  conservata al Museo Carandente. Espose a Roma, New York, Napoli, Montréal. Nel 1968 ebbe una sala personale alla XXXIV Biennale di Venezia.
Fu attivo anche nel campo della politica, entrando a far parte del Partito Comunista nel 1944, per poi dimettersi nel 1956, non approvando la politica filosovietica di Togliatti.

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