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Traversa Nazionale Interna
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04/01/2023
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€0,00
L’idea di costruire una strada interna a Spoleto, tramite demolizioni, ovviamente, nacque nei primi anni del 1800 per lo scopo di favorire gli spostamenti delle truppe (francesi all’epoca). Passare all’interno della città significava affrontare stretti vicoli, grandi pendenze, fondi sconnessi o addirittura in terra (cioè fango, spesso), ed una serie di complicate svolte.
Il primo progetto fu dell’Ingegnere Pietro Ferrari (1762 – 1825), spoletino di madre spoletina e padre comasco. Egli fu nominato, nel 1782, “Architetto della Camera apostolica per le province dell’Umbria e il Ducato di Spoleto”. Il suo primo lavoro fu la facciata di palazzo Zacchei Travaglini (insieme al padre Antonio Maria), che venne però poi demolita per far posto alla “traversa”. Lavorò poi alla facciata nord del Municipio, ed in Valnerina, anche come perito per i danni del terremoto del 1786. Ed anche su Villa Redenta dal 1805, per restaurarla dai danni del suddetto terremoto. Dopo l’invasione francese fu nominato “Ingegnere capo dei ponti e delle strade”. In questo periodo propose una direttrice che, grossomodo, passava da Porta Ponzianina a Via Ponzianina, poi a Via Pierleone, Piazza Collicola e la zona dell’attuale stadio, con poche demolizioni ma con costosi e complessi muri di contenimento nella zona della Madonna degli Orti, necessari per addolcire le pendenze. Progetto che fu modificato con il nuovo tracciato dell’Aleandri, cui Ferrari però contribuì con il progetto del “ponte” sulla valle di San Luca (vedi “ponte Ferrari”).
Fece parte della Accademia degli Ottusi, scrisse “Del regolare le acque della Valle spoletina ed i torrenti in generale e del modo di arrestare le ghiaie fra monti”, nel 1819 trasferì a Napoli, su chiamata del Re Ferdinando I, e vi rimase fino alla morte.
Durante il pontificato di Leone XII, Annibale Sermattei della Genga, Papa di famiglia spoletina, (1823 / 1829) molto fervore e molte trattative s’ebbero intorno ai progetti antagonisti dell’Ing. Gnocchi e dell’Ing. Tancioni e poi dell’Ing. Muggiasca. Con passione si spesero, a favore o contro l’opera, illustri spoletini come Pietro Fontana, Giovanni Parenzi, Francesco Ancajani, Antonio Pila, Salvatore Fratellini, Alfonso Della Genga.
Il 6 ottobre 1834 si approvò il progetto dell’Ingegner Ireneo Aleandri. Da finanziarsi in parte con contributo dello Stato (della Chiesa) ed in parte con fondi comunali. Ma non venne attuato. Nel 1839 si votò un secondo progetto Aleandri, che è quello poi realizzato. Il costo complessivo fu di 100.000 scudi, che possono essere paragonati a 4 milioni di euro attuali.
Il 6 febbraio del 1840, finalmente, i lavori ebbero inizio, affrontando per primo il tratto tra Piazza Pianciani e Piazza Collicola, ove si resero necessarie forti demolizioni. Il progetto era stato diviso in sei “tronchi”:
I da Porta della Passeggiata (Via Martiri) a Piazza del Governo (Piazza della Libertà)
II da Piazza del Governo (Piazza della Libertà) a Piazza Pianciani
III da a Piazza Pianciani a San Domenico
IV da San Domenico a Piazza Torre dell’Olio
V da Piazza Torre dell’Olio a Casa Mugnai (Curva di Picchi)
VI da casa Mugnai a Porta San Gregorio (Piazza Garibaldi)
Come prevedibile ci furono una serie di pressioni ed istanze per modificare il progetto. L’Aleandri, chiamato a più alti incarichi, rinunciò quasi subito alla direzione dei lavori, che procedettero per una decina di anni.
Il 17 settembre 1860, quando il generale Filippo Brignone entrò in Spoleto decretandone in un colpo l’ammissione al Regno d’Italia e la fine della sua millenaria predominanza (nel nuovo ordinamento fu declassata da capoluogo di provincia a sede di sottoprefettura), i lavori per la Traversa Nazionale Interna erano praticamente al termine, mancando solo il completamento del tratto da Piazza della Libertà (allora Piazza della Delegazione) al bivio Spoletosfera (allora Porta San Luca). Infatti l’opposizione alla espropriazione da parte del proprietario del terreno, l’ex sindaco Giuseppe Sorchi, procrastinò fino al 1867 il completamento dell’arco della passeggiata, che elimina il dislivello naturale ma, effettivamente, taglia in due il terreno Sorchi, il giradino e la vigna di “palazzo Franceschini” ed isola il terreno dal palazzo, tanto che tutt’ora desta meraviglia l’esistenza di un giardino a livello inferiore alla strada.
La traversa, dunque, venne completata dopo quasi ottanta anni di discussioni e 27 di lavori.
Description
L’idea di costruire una strada interna a Spoleto, tramite demolizioni, ovviamente, nacque nei primi anni del 1800 per lo scopo di favorire gli spostamenti delle truppe (francesi all’epoca). Passare all’interno della città significava affrontare stretti vicoli, grandi pendenze, fondi sconnessi o addirittura in terra (cioè fango, spesso), ed una serie di complicate svolte.
Il primo progetto fu dell’Ingegnere Pietro Ferrari (1762 - 1825), spoletino di madre spoletina e padre comasco. Egli fu nominato, nel 1782, "Architetto della Camera apostolica per le province dell'Umbria e il Ducato di Spoleto". Il suo primo lavoro fu la facciata di palazzo Zacchei Travaglini (insieme al padre Antonio Maria), che venne però poi demolita per far posto alla "traversa". Lavorò poi alla facciata nord del Municipio, ed in Valnerina, anche come perito per i danni del terremoto del 1786. Ed anche su Villa Redenta dal 1805, per restaurarla dai danni del suddetto terremoto. Dopo l'invasione francese fu nominato "Ingegnere capo dei ponti e delle strade". In questo periodo propose una direttrice che, grossomodo, passava da Porta Ponzianina a Via Ponzianina, poi a Via Pierleone, Piazza Collicola e la zona dell’attuale stadio, con poche demolizioni ma con costosi e complessi muri di contenimento nella zona della Madonna degli Orti, necessari per addolcire le pendenze. Progetto che fu modificato con il nuovo tracciato dell'Aleandri, cui Ferrari però contribuì con il progetto del "ponte" sulla valle di San Luca (vedi "ponte Ferrari").
Fece parte della Accademia degli Ottusi, scrisse "Del regolare le acque della Valle spoletina ed i torrenti in generale e del modo di arrestare le ghiaie fra monti", nel 1819 trasferì a Napoli, su chiamata del Re Ferdinando I, e vi rimase fino alla morte.
Durante il pontificato di Leone XII, Annibale Sermattei della Genga, Papa di famiglia spoletina, (1823 / 1829) molto fervore e molte trattative s’ebbero intorno ai progetti antagonisti dell’Ing. Gnocchi e dell’Ing. Tancioni e poi dell’Ing. Muggiasca. Con passione si spesero, a favore o contro l'opera, illustri spoletini come Pietro Fontana, Giovanni Parenzi, Francesco Ancajani, Antonio Pila, Salvatore Fratellini, Alfonso Della Genga.
Il 6 ottobre 1834 si approvò il progetto dell’Ingegner Ireneo Aleandri. Da finanziarsi in parte con contributo dello Stato (della Chiesa) ed in parte con fondi comunali. Ma non venne attuato. Nel 1839 si votò un secondo progetto Aleandri, che è quello poi realizzato. Il costo complessivo fu di 100.000 scudi, che possono essere paragonati a 4 milioni di euro attuali.
Il 6 febbraio del 1840, finalmente, i lavori ebbero inizio, affrontando per primo il tratto tra Piazza Pianciani e Piazza Collicola, ove si resero necessarie forti demolizioni. Il progetto era stato diviso in sei "tronchi":
I da Porta della Passeggiata (Via Martiri) a Piazza del Governo (Piazza della Libertà)
II da Piazza del Governo (Piazza della Libertà) a Piazza Pianciani
III da a Piazza Pianciani a San Domenico
IV da San Domenico a Piazza Torre dell'Olio
V da Piazza Torre dell'Olio a Casa Mugnai (Curva di Picchi)
VI da casa Mugnai a Porta San Gregorio (Piazza Garibaldi)
Come prevedibile ci furono una serie di pressioni ed istanze per modificare il progetto. L’Aleandri, chiamato a più alti incarichi, rinunciò quasi subito alla direzione dei lavori, che procedettero per una decina di anni.
Il 17 settembre 1860, quando il generale Filippo Brignone entrò in Spoleto decretandone in un colpo l’ammissione al Regno d’Italia e la fine della sua millenaria predominanza (nel nuovo ordinamento fu declassata da capoluogo di provincia a sede di sottoprefettura), i lavori per la Traversa Nazionale Interna erano praticamente al termine, mancando solo il completamento del tratto da Piazza della Libertà (allora Piazza della Delegazione) al bivio Spoletosfera (allora Porta San Luca). Infatti l’opposizione alla espropriazione da parte del proprietario del terreno, l’ex sindaco Giuseppe Sorchi, procrastinò fino al 1867 il completamento dell’arco della passeggiata, che elimina il dislivello naturale ma, effettivamente, taglia in due il terreno Sorchi, il giradino e la vigna di "palazzo Franceschini" ed isola il terreno dal palazzo, tanto che tutt’ora desta meraviglia l’esistenza di un giardino a livello inferiore alla strada.
La traversa, dunque, venne completata dopo quasi ottanta anni di discussioni e 27 di lavori.