Mattatojo Civico

  • Mattatojo Civico

    • Mattatojo Civico 06/01/2023
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Il mattatoio civico di Viale Martiri, opera dell’architetto Ireneo Aleandri, è da anni in abbandono. Ciononostante, data l’importante genitura, è monumento tutelato.

L’idea di costruirlo nacque quando, non potendosi più svolgere il macello nella zona attigua a Corso Garibaldi (ancora oggi denominata “macello vecchio”), perchè orami totalmente urbanizzata, si scelse un non lontano luogo per erigere il nuovo opificio, profittando della presenza del torrente Staffolo per lo smaltimento e sistemando l’edificio in maniera tale che le bestie vive entrassero da fuori le mura e le carni uscissero dentro le mura, così da non permettere alcuna evasione del dazio.
L’Aleandri progettò due distinti edifici, a due piani, con ampie aperture, collegati da un portico. Gli animali vivi entravano da “fuori le mura, venivano macellati all’interno ed uscivano sul retro, in città. Quindi non era neppure possibile evadere il dazio.

E’ ancora visibile il becco di scolo delle acque reflue nel torrente.

Ireno Aleandri (1795 – 1885) nacque a San Severino Marche, da Luigi Aleandri, industriale vetrario, e Vittoria Mazza, si traferì a Roma nel 1814 per studiare alla Accademia di San Luca, diretta da Giuseppe Valadier. I suoi insegnanti più illustri furono Giuseppe Camporese e Raffaele Stern. Da loro fu avviato allo stile del “purismo”, che si inserisce nel neoclassicismo europeo e prende canoni dalla corrente filosofica dell’illuminismo, ponendo attenzione alla funzione ed alla semplificazione, senza tralasciare riferimenti classici.

La sua vita si può scandire in tre periodi, quello di San Severino, quello di Spoleto e quello di Macerata.

Tornato da Roma, dal 1819 al 1833 lavora a San Severino occupandosi anche, col fratello Giuseppe, della gestione della fabbrica di vetri di famiglia.

Dal 1833 al 1857 Ireneo Aleandri fu ingegnere capo al Comune di Spoleto  e per la Delegazione Apostolica. In questa seconda veste progettò opere importantissime per lo Stato della Chiesa, quale il viadotto di Ariccia e la linea ferroviaria Roma – Ancona nel tratto da Foligno a Orte.

Dal 1857 alla morte visse a Macerata, avendo ereditato le fortune dello zio Nicola Nicolai.

Citiamo altri suoi grandi progetti elencando lo “Sferisterio” di Macerata, il teatro “Feronia” A San Severino, il teatro “Ventidio Basso” ad Ascoli, villa Monforti Bonaparte a Porto San Giorgio, palazzo Margaricci a San Severino. Sue anche le porte urbiche a San Severino, Cingoli e Macerata.

A Spoleto il Teatro Nuovo Giancarlo Menotti, la Traversa Nazionale Interna, il palazzo Niccolini, il cimitero e, appunto, il Nuovo Mattatoio (vedi, ciascuno).

Description

Il mattatoio civico di Viale Martiri, opera dell'architetto Ireneo Aleandri, è da anni in abbandono. Ciononostante, data l'importante genitura, è monumento tutelato.

L'idea di costruirlo nacque quando, non potendosi più svolgere il macello nella zona attigua a Corso Garibaldi (ancora oggi denominata "macello vecchio"), perchè orami totalmente urbanizzata, si scelse un non lontano luogo per erigere il nuovo opificio, profittando della presenza del torrente Staffolo per lo smaltimento e sistemando l'edificio in maniera tale che le bestie vive entrassero da fuori le mura e le carni uscissero dentro le mura, così da non permettere alcuna evasione del dazio.
L'Aleandri progettò due distinti edifici, a due piani, con ampie aperture, collegati da un portico. Gli animali vivi entravano da "fuori le mura, venivano macellati all'interno ed uscivano sul retro, in città. Quindi non era neppure possibile evadere il dazio.

E' ancora visibile il becco di scolo delle acque reflue nel torrente.

Ireno Aleandri (1795 - 1885) nacque a San Severino Marche, da Luigi Aleandri, industriale vetrario, e Vittoria Mazza, si traferì a Roma nel 1814 per studiare alla Accademia di San Luca, diretta da Giuseppe Valadier. I suoi insegnanti più illustri furono Giuseppe Camporese e Raffaele Stern. Da loro fu avviato allo stile del "purismo", che si inserisce nel neoclassicismo europeo e prende canoni dalla corrente filosofica dell'illuminismo, ponendo attenzione alla funzione ed alla semplificazione, senza tralasciare riferimenti classici.

La sua vita si può scandire in tre periodi, quello di San Severino, quello di Spoleto e quello di Macerata.

Tornato da Roma, dal 1819 al 1833 lavora a San Severino occupandosi anche, col fratello Giuseppe, della gestione della fabbrica di vetri di famiglia.

Dal 1833 al 1857 Ireneo Aleandri fu ingegnere capo al Comune di Spoleto  e per la Delegazione Apostolica. In questa seconda veste progettò opere importantissime per lo Stato della Chiesa, quale il viadotto di Ariccia e la linea ferroviaria Roma - Ancona nel tratto da Foligno a Orte.

Dal 1857 alla morte visse a Macerata, avendo ereditato le fortune dello zio Nicola Nicolai.

Citiamo altri suoi grandi progetti elencando lo "Sferisterio" di Macerata, il teatro "Feronia" A San Severino, il teatro "Ventidio Basso" ad Ascoli, villa Monforti Bonaparte a Porto San Giorgio, palazzo Margaricci a San Severino. Sue anche le porte urbiche a San Severino, Cingoli e Macerata.

A Spoleto il Teatro Nuovo Giancarlo Menotti, la Traversa Nazionale Interna, il palazzo Niccolini, il cimitero e, appunto, il Nuovo Mattatoio (vedi, ciascuno).

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Mappa fornita da OpenStreetMap.org

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