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Palazzo Corvi Zacchei Travaglini
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06/01/2023
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€0,00
Il palazzo è cinquecentesco, ma le due facciate principali risalgono invece alla seconda metà dell’ottocento, opera di Filippo Bandini, faentino, Conte ed Ingegnere.
Ciò perché la costruzione della Traversa Nazionale Interna richiese gravi demolizioni.
La facciata del palazzo verso la direzione Duomo era stata costruita a fine 1700 da Anton Maria e Piero Ferrari, in stile neoclassico. Fu demolita per creare la curva di Via Filitteria.
Appartenuto alla famiglia Corvi – Zacchei, cui appartennero alcuni capitani di ventura: Angelo, Valerio Corvino e Pier Biagio, che lavorò anche per il conte Sforza e fu governatore di Campobasso e consigliere del Re Ferdinando di Borbone, per il quale combattè in Puglia e in Terra di Lavoro (la odierna zona tra Napoli e Latina, intorno Caserta). Il palazzo fu ereditato, alla estinzione della famiglia Zacchei, nel 1755, da Antonio Travaglini.
Dal 1562 al 1564 vi dimorò San Carlo Borromeo (Arona 1538 – Milano 1584), allora governatore di Spoleto. Nipote di Papa Pio IV (Gian Angelo Medici di Marignano), fu da questi nominato Cardinale nel 1560 e poi fatto Santo da Papa Paolo V pochi anni dopo la sua morte, nel 1610. Egli fu uno dei maggiori promotori della controriforma e del concilio di Trento e persecutore degli eretici protestanti. Nel 1747 gli fu dedicato l’omonimo ospedale ed orfanatrofio nella zona che, appunto, oggi chiamiamo “San Carlo”(vedi).
Nel 1798 il palazzo fu sede del compartimento del Clitunno, di cui Spoleto era capoluogo.
Un curiosità: in passato, sull’angolo a valle, vi era una apertura che collegava il palazzo alla chiesetta di San Giovanni e Paolo, consentendo ai Corvi ed agli Zacchei di assistere alla messa senza uscire dal proprio palazzo.
Un’altra: sempre su questo lato a valle vi era una loggia a doppia finestra arcuata, oggi chiusa, ma ancora leggibile.
Da questo palazzo a piazza Mentana è la Via Walter Tobagi (Spoleto 1947 – Milano 1980). Originario di San Brizio, trasferitosi a Milano con la famiglia quando aveva 8 anni, Tobagi era giornalista e scrittore, scrisse per L’Avanti, Avvenire, Corriere d’Informazione e Corriere della Sera.
Si interessò dei movimenti studenteschi di politica estera e di terrorismo, scrivendo molti saggi.
Fu ucciso in un attentato da cinque terroristi rossi della Brigata XXVIII marzo, a colpi di pistola. Tutti i terroristi sono stati identificati e condannati.
Description
Il palazzo è cinquecentesco, ma le due facciate principali risalgono invece alla seconda metà dell'ottocento, opera di Filippo Bandini, faentino, Conte ed Ingegnere.
Ciò perché la costruzione della Traversa Nazionale Interna richiese gravi demolizioni.
La facciata del palazzo verso la direzione Duomo era stata costruita a fine 1700 da Anton Maria e Piero Ferrari, in stile neoclassico. Fu demolita per creare la curva di Via Filitteria.
Appartenuto alla famiglia Corvi - Zacchei, cui appartennero alcuni capitani di ventura: Angelo, Valerio Corvino e Pier Biagio, che lavorò anche per il conte Sforza e fu governatore di Campobasso e consigliere del Re Ferdinando di Borbone, per il quale combattè in Puglia e in Terra di Lavoro (la odierna zona tra Napoli e Latina, intorno Caserta). Il palazzo fu ereditato, alla estinzione della famiglia Zacchei, nel 1755, da Antonio Travaglini.
Dal 1562 al 1564 vi dimorò San Carlo Borromeo (Arona 1538 - Milano 1584), allora governatore di Spoleto. Nipote di Papa Pio IV (Gian Angelo Medici di Marignano), fu da questi nominato Cardinale nel 1560 e poi fatto Santo da Papa Paolo V pochi anni dopo la sua morte, nel 1610. Egli fu uno dei maggiori promotori della controriforma e del concilio di Trento e persecutore degli eretici protestanti. Nel 1747 gli fu dedicato l'omonimo ospedale ed orfanatrofio nella zona che, appunto, oggi chiamiamo "San Carlo"(vedi).
Nel 1798 il palazzo fu sede del compartimento del Clitunno, di cui Spoleto era capoluogo.
Un curiosità: in passato, sull'angolo a valle, vi era una apertura che collegava il palazzo alla chiesetta di San Giovanni e Paolo, consentendo ai Corvi ed agli Zacchei di assistere alla messa senza uscire dal proprio palazzo.
Un'altra: sempre su questo lato a valle vi era una loggia a doppia finestra arcuata, oggi chiusa, ma ancora leggibile.
Da questo palazzo a piazza Mentana è la Via Walter Tobagi (Spoleto 1947 - Milano 1980). Originario di San Brizio, trasferitosi a Milano con la famiglia quando aveva 8 anni, Tobagi era giornalista e scrittore, scrisse per L'Avanti, Avvenire, Corriere d'Informazione e Corriere della Sera.
Si interessò dei movimenti studenteschi di politica estera e di terrorismo, scrivendo molti saggi.
Fu ucciso in un attentato da cinque terroristi rossi della Brigata XXVIII marzo, a colpi di pistola. Tutti i terroristi sono stati identificati e condannati.