Palazzo Gelosi (poi Leonetti Luparini e Poli)

  • Palazzo Gelosi (poi Leonetti Luparini e Poli)

    • Palazzo Gelosi (poi Leonetti Luparini e Poli) 06/01/2023
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Il palazzo, costruito alla fine del 1500, si trova nella via intitolata a Pierfrancesco Giustolo. Questi visse nel XV secolo, studiò i classici nella accademia romana di Pomponio Leto, ove incontrò Angelo Colocci di Jesi, che divenne suo editore. Come poeta Giustolo scrisse poemi bucolici sul Monte di Spoleto (il carme di Monteluco), sulla coltivazione dello zafferano (de croci culto) e sull’allevamento del baco da seta (de sere). Egli scriveva in latino, non in volgare.
Fu segretario del Duca Valentino, Cesare Borgia, avendolo conosciuto tramite Lucrezia, che nel 1499 era governatrice di Spoleto. Cesare Borgia arruolò anche un altro spoletino, Alessandro Pianciani, nel ruolo di  comandante della artiglieria nella guerra di conquista della Romagna, nel 1500.
Giustolo scrisse, per “Il Valentino”, “I panegirici”, poema che ne narrava le imprese. Ma molti suoi scritti andarono persi nella battaglia di Faenza del 1503 (la “ruina” secondo Machiavelli). Alla morte di Cesare Borgia e di Rodrigo (Papa Alessandro VI) e con la elezione di Giulio II (Giuliano Della Rovere) Pierfrancesco Giustolo, per la sua cultura e la sua prudenza, scampò alle epurazioni di corte e passò al servizio del cardinale Alessandro Farnese.
Aveva una villa in Bazzano, e vi si ritirava spesso in riposo e studio. Mori tra il 1510 ed il 1511 a Canino.

Tornando a Palazzo Gelosi, nel 1564 Giovanni Bernardino Brancaleoni lo vendette a Benedetto Gelosi (vedi “spoletini illustri”) che, nel 1586 e nel 1588, acquistò degli edifici contigui e lo ingrandì. E dell’orto interne fece corte e loggiato.

Nel 1660 la parte sud del palazzo fu venduta a Sisino Poli, nipote del cardinale Fausto Poli. Questa ala recinta anche un giardino che si apre verso Piazza Collicola. I Poli nel 1800 gestivano una delle cinque banche cittadine, il Banco Poli, appunto, in questo palazzo. Le altre erano la Cassa di Risparmio, il Banco Laurenti a palazzo Collicola, il Banco Ferretti in Via Pierleone, il Banco Fratellini a palazzo Mauri.

Quando nel 1892 il banco Laurenti fallì, a causa dei rapporti di prestito tra le banche, fallirono una dopo l’altra anche le altre quattro. L’ultimo a resistere fu proprio il Banco Poli, il cui fallimento fu gestito da Giulio Cesari, successivamente fondatore della Banca Popolare di Spoleto.

L’ala verso il Teatro Nuovo ha finestre bugnate, uno scalone imponente ed un grandissimo salone di rappresentanza dotato di un grande camino.

Notevole il giardino che si apre dopo la corte, scendendo delle scale. Fu rimpicciolito per la costruzione della Traversa Nazionale Interna, ma mantiene ancora oggi il suo fascino.

Questo palazzo è stato sede degli uffici del Festival dei Due Mondi e addirittura sede Comunale provvisoria, durante i lavori di restauro post sisma 1979, del palazzo del Comune.

Description

Il palazzo, costruito alla fine del 1500, si trova nella via intitolata a Pierfrancesco Giustolo. Questi visse nel XV secolo, studiò i classici nella accademia romana di Pomponio Leto, ove incontrò Angelo Colocci di Jesi, che divenne suo editore. Come poeta Giustolo scrisse poemi bucolici sul Monte di Spoleto (il carme di Monteluco), sulla coltivazione dello zafferano (de croci culto) e sull'allevamento del baco da seta (de sere). Egli scriveva in latino, non in volgare.
Fu segretario del Duca Valentino, Cesare Borgia, avendolo conosciuto tramite Lucrezia, che nel 1499 era governatrice di Spoleto. Cesare Borgia arruolò anche un altro spoletino, Alessandro Pianciani, nel ruolo di  comandante della artiglieria nella guerra di conquista della Romagna, nel 1500.
Giustolo scrisse, per "Il Valentino", "I panegirici", poema che ne narrava le imprese. Ma molti suoi scritti andarono persi nella battaglia di Faenza del 1503 (la "ruina" secondo Machiavelli). Alla morte di Cesare Borgia e di Rodrigo (Papa Alessandro VI) e con la elezione di Giulio II (Giuliano Della Rovere) Pierfrancesco Giustolo, per la sua cultura e la sua prudenza, scampò alle epurazioni di corte e passò al servizio del cardinale Alessandro Farnese.
Aveva una villa in Bazzano, e vi si ritirava spesso in riposo e studio. Mori tra il 1510 ed il 1511 a Canino.

Tornando a Palazzo Gelosi, nel 1564 Giovanni Bernardino Brancaleoni lo vendette a Benedetto Gelosi (vedi "spoletini illustri") che, nel 1586 e nel 1588, acquistò degli edifici contigui e lo ingrandì. E dell'orto interne fece corte e loggiato.

Nel 1660 la parte sud del palazzo fu venduta a Sisino Poli, nipote del cardinale Fausto Poli. Questa ala recinta anche un giardino che si apre verso Piazza Collicola. I Poli nel 1800 gestivano una delle cinque banche cittadine, il Banco Poli, appunto, in questo palazzo. Le altre erano la Cassa di Risparmio, il Banco Laurenti a palazzo Collicola, il Banco Ferretti in Via Pierleone, il Banco Fratellini a palazzo Mauri.

Quando nel 1892 il banco Laurenti fallì, a causa dei rapporti di prestito tra le banche, fallirono una dopo l'altra anche le altre quattro. L'ultimo a resistere fu proprio il Banco Poli, il cui fallimento fu gestito da Giulio Cesari, successivamente fondatore della Banca Popolare di Spoleto.

L'ala verso il Teatro Nuovo ha finestre bugnate, uno scalone imponente ed un grandissimo salone di rappresentanza dotato di un grande camino.

Notevole il giardino che si apre dopo la corte, scendendo delle scale. Fu rimpicciolito per la costruzione della Traversa Nazionale Interna, ma mantiene ancora oggi il suo fascino.

Questo palazzo è stato sede degli uffici del Festival dei Due Mondi e addirittura sede Comunale provvisoria, durante i lavori di restauro post sisma 1979, del palazzo del Comune.

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Mappa fornita da OpenStreetMap.org

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