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Palazzo Mauri
- 06/01/2023
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Fu eretto nella seconda metà del 1600 dalla nobile famiglia Mauri.
Fu disegnato da Giovan Battista Mola, elvetico. Egli disegnò anche la Cappella Mauri (o “della Icona”), nel Duomo.
Una particolarità: la seconda finestra a livello terra, a sinistra del portone, è chiusa. Vi era, infatti addossata una fontana, quella che oggi si trova in largo Muzio Clementi, spostata perché ingombrava la viabilità. Fu sostituita con quella di Porta Monterone, di fronte a valle.
Di proprietà comunale dal 1918, è stato sede della Accademia Spoletina e dell’Archivio di Stato, per poi ospitare la biblioteca di Spoleto, che però lo abbandonò per quasi un ventennio a causa del sisma del 1997.
Oggi, perfettamente restaurato, ospita al piano terra la sala lettura libri e periodici, nonché il punto internet ed un bar: il “Caffè Letterario”. Infatti la corte interna è stata coperta da tetto in vetro per divenire un ambiente luminosissimo ed ospitale.
Al piano nobile le sale per la consultazione dei volumi, la sala convegni, il Centro di Documentazione Multimediale, l’archivio del Teatro Lirico Sperimentale. Qui alcune sale sono riccamente decorate da affreschi di Alessandro Bottoni (1662), Giuseppe Valeriani (1740) e Domenico Sergardi (1748).
Dovrebbe essere stato commissionato, come la cappella, da Andrea Mauri, figlio di Andrea fu Silvestro.
Andrea era un gesuita, Docente e poi Rettore del Collegio Romano. Scrisse di filosofia e teologia. Fu Prefetto Generale delle Poste e delle Dogane sotto Paolo V e Urbano VIII, generando così le fortune della famiglia e potendo erigere il grande Palazzo Mauri.
Gesuita fu pure suo nonno Silvestro (1619 – 1687), allievo del filosofo e teologo Sforza Pallavicino, rettore del Collegio Romano.
La famiglia fu proprietaria, dal XVI al XVIII secolo, della villa appena fuori Spoleto, sulla salita per Sustrico, denominata prima “Valle Bosa” e poi “Valle Rosa”.
Description
Fu eretto nella seconda metà del 1600 dalla nobile famiglia Mauri.
Fu disegnato da Giovan Battista Mola, elvetico. Egli disegnò anche la Cappella Mauri (o "della Icona"), nel Duomo.
Una particolarità: la seconda finestra a livello terra, a sinistra del portone, è chiusa. Vi era, infatti addossata una fontana, quella che oggi si trova in largo Muzio Clementi, spostata perché ingombrava la viabilità. Fu sostituita con quella di Porta Monterone, di fronte a valle.
Di proprietà comunale dal 1918, è stato sede della Accademia Spoletina e dell'Archivio di Stato, per poi ospitare la biblioteca di Spoleto, che però lo abbandonò per quasi un ventennio a causa del sisma del 1997.
Oggi, perfettamente restaurato, ospita al piano terra la sala lettura libri e periodici, nonché il punto internet ed un bar: il "Caffè Letterario". Infatti la corte interna è stata coperta da tetto in vetro per divenire un ambiente luminosissimo ed ospitale.
Al piano nobile le sale per la consultazione dei volumi, la sala convegni, il Centro di Documentazione Multimediale, l'archivio del Teatro Lirico Sperimentale. Qui alcune sale sono riccamente decorate da affreschi di Alessandro Bottoni (1662), Giuseppe Valeriani (1740) e Domenico Sergardi (1748).
Dovrebbe essere stato commissionato, come la cappella, da Andrea Mauri, figlio di Andrea fu Silvestro.
Andrea era un gesuita, Docente e poi Rettore del Collegio Romano. Scrisse di filosofia e teologia. Fu Prefetto Generale delle Poste e delle Dogane sotto Paolo V e Urbano VIII, generando così le fortune della famiglia e potendo erigere il grande Palazzo Mauri.
Gesuita fu pure suo nonno Silvestro (1619 - 1687), allievo del filosofo e teologo Sforza Pallavicino, rettore del Collegio Romano.
La famiglia fu proprietaria, dal XVI al XVIII secolo, della villa appena fuori Spoleto, sulla salita per Sustrico, denominata prima "Valle Bosa" e poi "Valle Rosa".