San Gregorio Maggiore

  • San Gregorio Maggiore

    • San Gregorio Maggiore 02/01/2023
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La basilica, romanica, fu costruita tra l’XI ed il XII secolo, e consacrata nel 1146. Nell’area sorgeva una antica area cimiteriale: all’epoca la zona era “fuori città”. Il cimitero, secondo la leggenda, iniziò ad essere usato nel IV secolo, quando una vedova di nome Abbondanza diede sepoltura a San Gregorio e ad altri martiri, uccisi, probabilmente, nel vicino anfiteatro nell’anno 304, su ordine del tiranno Flacco, agli ordini di Diocleziano e Massimiano. Ella comprò il cadavere di Gregorio per dargli sepoltura, nel vicino cimitero, appunto. Ma ponendo una costola del Santo in San Gregorio minore. Ora i resti mortali di San Gregorio si trovano nel Duomo di Colonia.

Gregorio era molto famoso perchè, oltre a convertire moltissimi pagani, guariva dalle malattie, in particolare dalla cecità. Fu, sempre secondo la leggenda, ucciso dopo una serie di interrogatori e torture, avvenuti nell’edificio poi chiamato “San Gregorio della Sinagoga” (vedi), proprio a ricordo della carcerazione del Santo.
Gregorio, in carcere, riceveva spesso apparizioni di un angelo che lo confortava. Vengono tramandati anche altri eventi soprannaturali: bestie feroci che non assalivano Gregorio nell’anfiteatro e soprattutto un terremoto che scosse la città il giorno della morte del martire ed il decesso di Flacco, sempre nello stesso giorno.

Sulla facciata, preceduta da un portico a tre arcate del XVI secolo e da una scalinata discendente, spiccano una elegante trifora e tre nicchie ogivali.

Sulla destra v’è il campanile, che nella parte superiore presenta una evidente novità morfologica, risalente al XV secolo, mentre la base è coeva alla chiesa stessa. Fu restaurato nel 1973, per iniziativa dell’Ente Rocca, e poi nel 2024 a cura della Diocesi.

Sulla sinistra v’è la trecentesca Cappella degli Innocenti, contenente un fonte battesimale cinquecentesco, ora adibita a battistero.

All’interno le tre navate, separate da colonne ed archi a tutto sesto, si concludono con un presbiterio triabsidato e sopraelevato. Dalle scale laterali a questo si scende alla cripta, divisa in cinque navate ed anch’essa con tre absidi.

Le pareti sono decorate da interessanti affreschi, prevalentemente quattrocenteschi, alcuni dei quali recentemente restaurati. Tra questi la bella tela di Sebastiano Conca e, nella navatella destra del presbiterio, il grande affresco “la Madonna col Bambino ed Eva”.

I dipinti più antichi risalgono al XII secolo : “storie della Passione di Cristo”, “Diaconi e presbiteri entro clipei”,” San Gregorio”, “figure di santi”.

Ha un portico in funzione di nartece (vedere apposita pagina).

Nel 1178 era già adibita anche ad ospedale, e lo fu fino al 1254 quando questa funzione fu spostata nel vicino monastero della Stella (vedi).

Nel XIII secolo fu restaurata per volontà del Vescovo Transarico, dopo la devastazione del Barbarossa.

Si tratta di un esempio di “romanico spoletino”, che ha il primo esempio in San Felice di giano ed un successivo in San Brizio. E’ contraddistinto da: tre navate, presbiterio rialzato con arco trionfante, volte a crociera e largo uso di materiali di spoglio non solo per economia circolare ma anche per la venerazione dei resti delle precedenti Chiese.

Description

La basilica, romanica, fu costruita tra l’XI ed il XII secolo, e consacrata nel 1146. Nell’area sorgeva una antica area cimiteriale: all’epoca la zona era “fuori città”. Il cimitero, secondo la leggenda, iniziò ad essere usato nel IV secolo, quando una vedova di nome Abbondanza diede sepoltura a San Gregorio e ad altri martiri, uccisi, probabilmente, nel vicino anfiteatro nell’anno 304, su ordine del tiranno Flacco, agli ordini di Diocleziano e Massimiano. Ella comprò il cadavere di Gregorio per dargli sepoltura, nel vicino cimitero, appunto. Ma ponendo una costola del Santo in San Gregorio minore. Ora i resti mortali di San Gregorio si trovano nel Duomo di Colonia.

Gregorio era molto famoso perchè, oltre a convertire moltissimi pagani, guariva dalle malattie, in particolare dalla cecità. Fu, sempre secondo la leggenda, ucciso dopo una serie di interrogatori e torture, avvenuti nell'edificio poi chiamato "San Gregorio della Sinagoga" (vedi), proprio a ricordo della carcerazione del Santo.
Gregorio, in carcere, riceveva spesso apparizioni di un angelo che lo confortava. Vengono tramandati anche altri eventi soprannaturali: bestie feroci che non assalivano Gregorio nell’anfiteatro e soprattutto un terremoto che scosse la città il giorno della morte del martire ed il decesso di Flacco, sempre nello stesso giorno.

Sulla facciata, preceduta da un portico a tre arcate del XVI secolo e da una scalinata discendente, spiccano una elegante trifora e tre nicchie ogivali.

Sulla destra v’è il campanile, che nella parte superiore presenta una evidente novità morfologica, risalente al XV secolo, mentre la base è coeva alla chiesa stessa. Fu restaurato nel 1973, per iniziativa dell'Ente Rocca, e poi nel 2024 a cura della Diocesi.

Sulla sinistra v’è la trecentesca Cappella degli Innocenti, contenente un fonte battesimale cinquecentesco, ora adibita a battistero.

All’interno le tre navate, separate da colonne ed archi a tutto sesto, si concludono con un presbiterio triabsidato e sopraelevato. Dalle scale laterali a questo si scende alla cripta, divisa in cinque navate ed anch'essa con tre absidi.

Le pareti sono decorate da interessanti affreschi, prevalentemente quattrocenteschi, alcuni dei quali recentemente restaurati. Tra questi la bella tela di Sebastiano Conca e, nella navatella destra del presbiterio, il grande affresco “la Madonna col Bambino ed Eva”.

I dipinti più antichi risalgono al XII secolo : “storie della Passione di Cristo”, “Diaconi e presbiteri entro clipei”,” San Gregorio”, “figure di santi”.

Ha un portico in funzione di nartece (vedere apposita pagina).

Nel 1178 era già adibita anche ad ospedale, e lo fu fino al 1254 quando questa funzione fu spostata nel vicino monastero della Stella (vedi).

Nel XIII secolo fu restaurata per volontà del Vescovo Transarico, dopo la devastazione del Barbarossa.

Si tratta di un esempio di “romanico spoletino”, che ha il primo esempio in San Felice di giano ed un successivo in San Brizio. E’ contraddistinto da: tre navate, presbiterio rialzato con arco trionfante, volte a crociera e largo uso di materiali di spoglio non solo per economia circolare ma anche per la venerazione dei resti delle precedenti Chiese.

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