San Simonino

  • San Simonino

    • San Simonino 01/11/2025
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Description

Questi affreschi, attribuibili a Campilio da Spoleto citano la leggenda di San Simonino. E' un mistero il perché sia rappresentata nella cripta di San Ponziano, tra l'altro per due volte, l'una di fronte all'altra.

Vi è un bambino col vessillo crociato e uno scudo con tenaglie, martello, chiodi, coppa con del sangue e pane azzimo: è la raffigurazione di Simone, bambino di circa tre anni, che, secondo la leggenda, scomparve il 23 marzo del 1475 (il giovedì' Santo di un anno giubilare) e fu trovato morto, straziato, nella cantina di Samuele da Norimberga, ebreo, tre giorni dopo, a Pasqua.
Ne scaturì un processo contro gli ebrei, accusati di aver compiuto un rito, un sacrificio, con addirittura delle confessioni estorte sotto tortura. Ed anche la venerazione di Simonino come martire, nell'Italia settentrionale e fino in Germania, con tanto di attribuzione di miracoli, fino alla nomina a protettore contro l'anemia mediterranea. Per secoli si è tenuta una tradizionale processione per le vie di Trento, con  gli strumenti della tortura che sarebbero stati usati dagli ebrei nel presunto rituale contro il piccolo Simone: chiodi, martello, tenaglia, associati alla coppa del suo sangue, che gli ebrei avrebbero bevuto nel rito, ed al pane azzimo, simbolo degli ebrei fin dalla fuga dall'Egitto, quando non fecero in tempo a far lievitare il pane.
A questa, pratica, propagandata anche dal Vescovo Hinderbach che scrisse e diffuse una apposita opera, si oppose, però, Papa Sisto IV, Francesco della Rovere, dato che non c'erano prove di quella narrazione. Tra l'altro nel 1475 e 1476 Sisto IV si trovava a Spoleto (vedi "ospiti ìncliti"). Nel 1588, sotto Sisto V, il culto fu ufficialmente ammesso per essere poi abrogato nel 1965 dall'Arcivescovo di Trento Alessandro Maria Gottardi.

La attribuzione a Bernardino Campilio è fatta sulla base dei contorni ben definiti e dei colori molto chiari. Di questo autore si sa ben poco, oltre che sia vissuto tra il XV ed XVI secolo. Benché sia spesso citato come "Campilio da Spoleto",  è certo che provenisse da Campello sul Clitunno, di cui il cognome è genitivo. Esiste un documento da lui redatto il 29 settembre 1483, ed è il contratto tra Piermatteo d'Amelia ed i frati di S. Francesco a Terni, per la pala dell’altare maggiore. Era un seguace de Lo Spagna. Esiste una sua firma in un affresco del 1502, proveniente dal Monastero della Stella, ora distaccato e situato in Santa Maria della Concezione.

 

 

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Mappa fornita da OpenStreetMap.org

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