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Basilica di San Gregorio Maggiore
- 02/01/2023
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€0,00
La basilica, romanica, fu costruita tra l’XI ed il XII secolo, probabilmente fu ultimata nel 1079, secondo la lapide nella navata sinistra, e consacrata nel 1146. Sembra che la grande difficoltà nel reperire le risorse economiche, durante quei lunghi 67 anni, fu infine vinta grazie alla donazione di un Conte spoletino, che attribuì a San Gregorio la miracolosa guarigione di un figlio paralitico e che volle rimanere anonimo.
Fu restaurata molte volte: nel XIII per volontà del Vescovo Transarico, dopo la devastazione del Barbarossa; nel 1342, quando fu anche modificata la facciata, innalzata e dotata delle tre nicchie laterali e centrale; nel 1631 l’edificio versava in pessime condizioni, quindi il Vescovo Lorenzo Castrucci diede luogo ad altri restauri, gestiti dal Capitano Giacinto Palettoni, che fece fare le statue di San Gregorio e Santa Abbondanza e le installò sulle nicchie della facciata; poi, intorno al 1722, altri ne fece, specie alla cripta, il vescovo Carlo Giacinto Lascaris; ancora nel 1798 servirono lavori per riparare i danni di un fulmine al campanile ed alla facciata; nel 1844 si decise di sostituire l’altare con uno più grande, e ciò rese necessario anche il rifacimento e l’avanzamento del presbiterio; nel 1907 il Sordini ripristinò la facciata e la trifora; nel 1932 vi si pose il tabernacolo in pietra proveniente dal Monastero della Stella; nel 1947 Monsignor Pacifico Scarponi fece restaurare i danni della bomba con la quale i tedeschi in ritirata distrussero porta Leonina e parte del Monastero della Stella, e, con l’occasione, fece anche molti restauri e modifiche all’interno; nel 1973 l’Ente Rocca di Spoleto effettuò dei restauri al campanile; di nuovo si lavora sul campanile nel 2024/2025.
Sulla destra v’è il campanile, completato nel 1492, sulla sinistra il chiostro con le abitazioni. Sulla sinistra v’è la trecentesca Cappella degli Innocenti, contenente un fonte battesimale cinquecentesco, adibita a battistero, contenuta nel portico / nartece (vedere apposita pagina), costruito nel 1520, il quale è chiuso da un cancellata fatta con quella smontata dalla fontana del Mascherone (vedi).
Le pareti della chiesa, una volta completamente decorate, contengono comunque interessanti affreschi (vedi).
Nel 1178 era già adibita anche ad ospedale, e lo fu fino al 1254 quando questa funzione fu spostata nel vicino monastero della Stella (vedi).
Si tratta di un esempio di “romanico spoletino”, come a San Felice di Giano, San Felice in Valnerina, San Sabino e San Brizio. E’ contraddistinto da: tre navate, presbiterio triabsidato rialzato, volte a crociera e largo uso di materiali di spoglio non solo per economia circolare ma anche per la venerazione dei resti delle precedenti Chiese. Dalle scale laterali si scende alla cripta, divisa in cinque navate ed anch’essa con tre absidi.
Nell’area sorgeva una antica area cimiteriale: all’epoca la zona era “fuori città”. Il cimitero, secondo la leggenda, iniziò ad essere usato nel IV secolo, quando una vedova di nome Abbondanza diede sepoltura a San Gregorio e ad altri martiri. Ella comprò il cadavere di Gregorio per dargli sepoltura, nel vicino cimitero, appunto. Ma ponendone una costola del Santo in San Gregorio minore (parte dell’Anfiteatro, vedi).
Ora i resti mortali di San Gregorio si trovano nel Duomo di Colonia, poiché nel 969 Teodorico, arcivescovo di Metz, asportò da qui e da San Ponziano diverse reliquie.
La costruzione sarebbe iniziata grazie ad un’altra donna di nome Abbondanza, vissuta però nel IX secolo.
Gregorio era molto famoso perché, oltre a convertire moltissimi pagani, guariva dalle malattie, in particolare dalla cecità. Così tanto che la sua fama arrivò anche a Roma, per cui Massimiano inviò Flacco a Spoleto per compiere una indagine. Flacco iniziò gli interrogatori degli spoletini nel Foro, un certo “Tircano” confermò i sospetti su Gregorio che fu quindi preso. Gli furono offerti protezione, denaro e cariche pubbliche se solo avesse fatto sacrifici agli Dei romani, cosa che, ovviamente, rifiutò. Quindi iniziarono le torture. Prima frustate, poi l’esposizione al fuoco, su una graticola dalla quale egli invoca Gesù, e per questo non viene ustionato. Viene allora imprigionato in catene, e riceve la visita di un angelo che lo conforta e gli spezza le catene. Il giorno dopo, inutili i nuovi tentativi di fargli testimoniare la fede agli dei romani, viene portato nell’anfiteatro, ove viene di nuovo ustionato con delle fiaccolo e poi dato in pasto ai leoni, che non lo assalgono, però. Al fine gli viene mozzata la testa ed in quel momento un forte terremoto scosse la città e Flacco morì vomitando le sue viscere. Gli eventi miracolosi portarono migliaia di persone alla conversione al cristianesimo.
Sempre secondo la leggenda gli interrogatori e le torture avvennero nell’edificio poi chiamato “San Gregorio della Sinagoga” (vedi), proprio a ricordo della carcerazione del Santo.
Description
La basilica, romanica, fu costruita tra l’XI ed il XII secolo, probabilmente fu ultimata nel 1079, secondo la lapide nella navata sinistra, e consacrata nel 1146. Sembra che la grande difficoltà nel reperire le risorse economiche, durante quei lunghi 67 anni, fu infine vinta grazie alla donazione di un Conte spoletino, che attribuì a San Gregorio la miracolosa guarigione di un figlio paralitico e che volle rimanere anonimo.
Fu restaurata molte volte: nel XIII per volontà del Vescovo Transarico, dopo la devastazione del Barbarossa; nel 1342, quando fu anche modificata la facciata, innalzata e dotata delle tre nicchie laterali e centrale; nel 1631 l'edificio versava in pessime condizioni, quindi il Vescovo Lorenzo Castrucci diede luogo ad altri restauri, gestiti dal Capitano Giacinto Palettoni, che fece fare le statue di San Gregorio e Santa Abbondanza e le installò sulle nicchie della facciata; poi, intorno al 1722, altri ne fece, specie alla cripta, il vescovo Carlo Giacinto Lascaris; ancora nel 1798 servirono lavori per riparare i danni di un fulmine al campanile ed alla facciata; nel 1844 si decise di sostituire l'altare con uno più grande, e ciò rese necessario anche il rifacimento e l'avanzamento del presbiterio; nel 1907 il Sordini ripristinò la facciata e la trifora; nel 1932 vi si pose il tabernacolo in pietra proveniente dal Monastero della Stella; nel 1947 Monsignor Pacifico Scarponi fece restaurare i danni della bomba con la quale i tedeschi in ritirata distrussero porta Leonina e parte del Monastero della Stella, e, con l'occasione, fece anche molti restauri e modifiche all'interno; nel 1973 l'Ente Rocca di Spoleto effettuò dei restauri al campanile; di nuovo si lavora sul campanile nel 2024/2025.
Sulla destra v’è il campanile, completato nel 1492, sulla sinistra il chiostro con le abitazioni. Sulla sinistra v’è la trecentesca Cappella degli Innocenti, contenente un fonte battesimale cinquecentesco, adibita a battistero, contenuta nel portico / nartece (vedere apposita pagina), costruito nel 1520, il quale è chiuso da un cancellata fatta con quella smontata dalla fontana del Mascherone (vedi).
Le pareti della chiesa, una volta completamente decorate, contengono comunque interessanti affreschi (vedi).
Nel 1178 era già adibita anche ad ospedale, e lo fu fino al 1254 quando questa funzione fu spostata nel vicino monastero della Stella (vedi).
Si tratta di un esempio di “romanico spoletino”, come a San Felice di Giano, San Felice in Valnerina, San Sabino e San Brizio. E’ contraddistinto da: tre navate, presbiterio triabsidato rialzato, volte a crociera e largo uso di materiali di spoglio non solo per economia circolare ma anche per la venerazione dei resti delle precedenti Chiese. Dalle scale laterali si scende alla cripta, divisa in cinque navate ed anch'essa con tre absidi.
Nell’area sorgeva una antica area cimiteriale: all’epoca la zona era “fuori città”. Il cimitero, secondo la leggenda, iniziò ad essere usato nel IV secolo, quando una vedova di nome Abbondanza diede sepoltura a San Gregorio e ad altri martiri. Ella comprò il cadavere di Gregorio per dargli sepoltura, nel vicino cimitero, appunto. Ma ponendone una costola del Santo in San Gregorio minore (parte dell'Anfiteatro, vedi).
Ora i resti mortali di San Gregorio si trovano nel Duomo di Colonia, poiché nel 969 Teodorico, arcivescovo di Metz, asportò da qui e da San Ponziano diverse reliquie.
La costruzione sarebbe iniziata grazie ad un'altra donna di nome Abbondanza, vissuta però nel IX secolo.
Gregorio era molto famoso perché, oltre a convertire moltissimi pagani, guariva dalle malattie, in particolare dalla cecità. Così tanto che la sua fama arrivò anche a Roma, per cui Massimiano inviò Flacco a Spoleto per compiere una indagine. Flacco iniziò gli interrogatori degli spoletini nel Foro, un certo "Tircano" confermò i sospetti su Gregorio che fu quindi preso. Gli furono offerti protezione, denaro e cariche pubbliche se solo avesse fatto sacrifici agli Dei romani, cosa che, ovviamente, rifiutò. Quindi iniziarono le torture. Prima frustate, poi l'esposizione al fuoco, su una graticola dalla quale egli invoca Gesù, e per questo non viene ustionato. Viene allora imprigionato in catene, e riceve la visita di un angelo che lo conforta e gli spezza le catene. Il giorno dopo, inutili i nuovi tentativi di fargli testimoniare la fede agli dei romani, viene portato nell'anfiteatro, ove viene di nuovo ustionato con delle fiaccolo e poi dato in pasto ai leoni, che non lo assalgono, però. Al fine gli viene mozzata la testa ed in quel momento un forte terremoto scosse la città e Flacco morì vomitando le sue viscere. Gli eventi miracolosi portarono migliaia di persone alla conversione al cristianesimo.
Sempre secondo la leggenda gli interrogatori e le torture avvennero nell'edificio poi chiamato "San Gregorio della Sinagoga" (vedi), proprio a ricordo della carcerazione del Santo.