-
Ponte Sanguinario
- 10/01/2023
-
€0,00
Il “Ponte Sanguinario” si trova sotto piazza Vittoria. Fu rinvenuto nel 1817, nel corso degli ingenti lavori pubblici deliberati dopo la restaurazione dello Stato Pontificio. Venne infatti intrapresa la costruzione di un ponte sul Tessino, che si sarebbe aggiunto a quello di Porta Ponzianina. I lavori si conclusero nel 1820, con la fretta necessaria per approntarli in vista del passaggio a Spoleto dell’Imperatore d’Austria Francesco II (29 dicembre 1820).
Il vecchio ponte, ora interrato, è chiamato “sanguinario” per il sangue sparso dalle persecuzioni che subirono i cristiani, culminate con esecuzioni proprio in quel punto. Forse vi si gettavano anche nel torrente i morti dei combattimenti nell’attiguo Anfiteatro, forse vi veniva dato il colpo di grazia ai feriti.
Alcune fonti storiche narrano che in questo punto, vicino al ponte, fu ucciso dai proprio soldati, nel settembre del 253 d.c., l’imperatore romano Emiliano, rimasto tale solo tre mesi.
Il ponte risale probabilmente al I secolo avanti Cristo. E’ composto da tre arcate, in blocchi di travertino, e serviva, appunto, a far superare il torrente Tessino alla via Flaminia ( o al suo diverticolo che sia). Nei secoli il torrente ha spostato il suo alveo verso nord, per cui il ponte ha perso la sua originaria funzione. Probabilmente questo spostamento è dovuto alla costruzione dell’Anfiteatro, che ha artificialmente spostato il tratto a monte, e, conseguentemente poi, quello poco più a valle.
Nelle sale comunali un affresco ci fa immaginare come fosse quando era fuori terra (vedi foto).
La leggenda su San Ponziano, Santo Patrono di Spoleto, narra che egli sia stato qui giustiziato il 14 gennaio del 175 d.C. .
Ponziano (o Ponziano da Spoleto) apparteneva ad una famiglia spoletina e nobile. Nacque in una data non nota e visse gran parte della sua vita e la sua fine durante l’impero di Marco Aurelio.
In sogno il Signore gli disse di diventare suo servitore e Ponziano si fece predicatore, combattendo le persecuzioni dei cristiani da parte del giudice Fabiano. Pare che quando fu arrestato il giudice Fabiano gli chiese come si chiamasse e lui rispose: ”Io sono Ponziano ma mi puoi chiamare Cristiano”. Al che Fabiano ordinò di bastonarlo duramente, ma lui non abiurò. Fabiano lo obbligò a camminare sui carboni ardenti, ma Ponziano non si ustionò e sopravvisse. Fu imprigionato e poi portato nell’anfiteatro durante uno spettacolo, per essere sbranato dai leoni, che però non si avvicinarono ed anzi si fecero accarezzare.
Allora Fabiano fece ributtare Ponziano in cella, con l’ordine di non nutrirlo. Dopo dodici giorni, presumendo che fosse morto di fame, mandò a prelevare il cadavere, ma Ponziano era vivo perché venne nutrito dagli angeli del Signore. Fabiano ordinò allora la decapitazione.
Appena Ponziano morì si avverti un terremoto e la sua testa mozzata rimbalzò tre volte per poi fermarsi nel luogo ove sorge ora la chiesa a lui dedicata. Una distanza, in linea d’aria, di 350 metri!
Nel punto ove la testa si fermò prese a zampillare una fonte di acqua purissima e, in seguito, venne edificata la chiesa a lui dedicata.
A Spoleto il culto di Ponziano crebbe costantemente fino a divenire universale il 14 gennaio 1703, quando ci fu un terremoto fortissimo, che distrusse L’Aquila e molte città della Valnerina e dello spoletino. Ma Spoleto, benché danneggiata, non fu distrutta e, soprattutto, non vi morì alcuno. Il collegamento col sisma del momento della sua decapitazione e la ricorrenza del 14 gennaio, elesser0 Ponziano a protettore dai terremoti, fino ad attribuire a San Ponziano la frase “Spoleto tremerà ma non crollerà”, che sarebbe stata pronunciata poco prima della pena capitale. E divenne Patrono di Spoleto insieme a S. Pietro Martire che lo era stato dal 1253 insieme a San Gregorio, che però, sembra, perse il suo titolo con il terremto del 1703.
Nel X secolo alcune sue reliquie furono portate ad Utrecht, in Olanda, città di cui San Ponziano è uno dei patroni cittadini.
San Ponziano è il Compatrono di Spoleto.
Ogni anno il 14 gennaio viene organizzata una processione cittadina nella quale vengono trasportate alcune reliquie di San Ponziano, ovvero il cranio e una costola. Ad essa vengono fatti partecipare dei fedeli a cavallo. E questo si ricollega alla iconografia di S. Ponziano, raffigurato con armatura e lancia con vessillo, a cavallo. Non vi sono prove che egli sia stato un soldato cavaliere. Si può ipotizzare una metafora della sua grinta e del suo coraggio nel combattere per la cristianità e contro le persecuzioni di Fabiano.
Description
Il “Ponte Sanguinario” si trova sotto piazza Vittoria. Fu rinvenuto nel 1817, nel corso degli ingenti lavori pubblici deliberati dopo la restaurazione dello Stato Pontificio. Venne infatti intrapresa la costruzione di un ponte sul Tessino, che si sarebbe aggiunto a quello di Porta Ponzianina. I lavori si conclusero nel 1820, con la fretta necessaria per approntarli in vista del passaggio a Spoleto dell'Imperatore d'Austria Francesco II (29 dicembre 1820).
Il vecchio ponte, ora interrato, è chiamato "sanguinario" per il sangue sparso dalle persecuzioni che subirono i cristiani, culminate con esecuzioni proprio in quel punto. Forse vi si gettavano anche nel torrente i morti dei combattimenti nell'attiguo Anfiteatro, forse vi veniva dato il colpo di grazia ai feriti.
Alcune fonti storiche narrano che in questo punto, vicino al ponte, fu ucciso dai proprio soldati, nel settembre del 253 d.c., l'imperatore romano Emiliano, rimasto tale solo tre mesi.
Il ponte risale probabilmente al I secolo avanti Cristo. E’ composto da tre arcate, in blocchi di travertino, e serviva, appunto, a far superare il torrente Tessino alla via Flaminia ( o al suo diverticolo che sia). Nei secoli il torrente ha spostato il suo alveo verso nord, per cui il ponte ha perso la sua originaria funzione. Probabilmente questo spostamento è dovuto alla costruzione dell'Anfiteatro, che ha artificialmente spostato il tratto a monte, e, conseguentemente poi, quello poco più a valle.
Nelle sale comunali un affresco ci fa immaginare come fosse quando era fuori terra (vedi foto).
La leggenda su San Ponziano, Santo Patrono di Spoleto, narra che egli sia stato qui giustiziato il 14 gennaio del 175 d.C. .
Ponziano (o Ponziano da Spoleto) apparteneva ad una famiglia spoletina e nobile. Nacque in una data non nota e visse gran parte della sua vita e la sua fine durante l'impero di Marco Aurelio.
In sogno il Signore gli disse di diventare suo servitore e Ponziano si fece predicatore, combattendo le persecuzioni dei cristiani da parte del giudice Fabiano. Pare che quando fu arrestato il giudice Fabiano gli chiese come si chiamasse e lui rispose: ”Io sono Ponziano ma mi puoi chiamare Cristiano”. Al che Fabiano ordinò di bastonarlo duramente, ma lui non abiurò. Fabiano lo obbligò a camminare sui carboni ardenti, ma Ponziano non si ustionò e sopravvisse. Fu imprigionato e poi portato nell'anfiteatro durante uno spettacolo, per essere sbranato dai leoni, che però non si avvicinarono ed anzi si fecero accarezzare.
Allora Fabiano fece ributtare Ponziano in cella, con l'ordine di non nutrirlo. Dopo dodici giorni, presumendo che fosse morto di fame, mandò a prelevare il cadavere, ma Ponziano era vivo perché venne nutrito dagli angeli del Signore. Fabiano ordinò allora la decapitazione.
Appena Ponziano morì si avverti un terremoto e la sua testa mozzata rimbalzò tre volte per poi fermarsi nel luogo ove sorge ora la chiesa a lui dedicata. Una distanza, in linea d'aria, di 350 metri!
Nel punto ove la testa si fermò prese a zampillare una fonte di acqua purissima e, in seguito, venne edificata la chiesa a lui dedicata.
A Spoleto il culto di Ponziano crebbe costantemente fino a divenire universale il 14 gennaio 1703, quando ci fu un terremoto fortissimo, che distrusse L’Aquila e molte città della Valnerina e dello spoletino. Ma Spoleto, benché danneggiata, non fu distrutta e, soprattutto, non vi morì alcuno. Il collegamento col sisma del momento della sua decapitazione e la ricorrenza del 14 gennaio, elesser0 Ponziano a protettore dai terremoti, fino ad attribuire a San Ponziano la frase "Spoleto tremerà ma non crollerà", che sarebbe stata pronunciata poco prima della pena capitale. E divenne Patrono di Spoleto insieme a S. Pietro Martire che lo era stato dal 1253 insieme a San Gregorio, che però, sembra, perse il suo titolo con il terremto del 1703.
Nel X secolo alcune sue reliquie furono portate ad Utrecht, in Olanda, città di cui San Ponziano è uno dei patroni cittadini.
San Ponziano è il Compatrono di Spoleto.
Ogni anno il 14 gennaio viene organizzata una processione cittadina nella quale vengono trasportate alcune reliquie di San Ponziano, ovvero il cranio e una costola. Ad essa vengono fatti partecipare dei fedeli a cavallo. E questo si ricollega alla iconografia di S. Ponziano, raffigurato con armatura e lancia con vessillo, a cavallo. Non vi sono prove che egli sia stato un soldato cavaliere. Si può ipotizzare una metafora della sua grinta e del suo coraggio nel combattere per la cristianità e contro le persecuzioni di Fabiano.