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San Lorenzo Illuminatore – Sala Pegasus
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07/01/2023
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€0,00
La ex chiesa di S. Lorenzo (Vescovo di Spoleto e martire del VI secolo) si trova nella piccola piazza Bovio.
Sconsacrata nel primo dopoguerra, risale al XIII secolo, ha un bel portale sormontato da una elegante bifora. In epoca successiva fu alzato il tetto per costruire la piccola torre campanaria al posto della precedente che era al centro e non laterale. Sulla sinistra vi era la casa del parroco, poi demolita per allargare la strada.
Al suo interno ospita pregevoli affreschi: San Pietro Martire, San Giovanni Battista e Vergine delle Rose, Maddalena e Beato Pietro di Lussemburgo, San Lorenzo .
Nel 1825 il Papa spoletino Leone XII ne soppresse la sede parrocchiale, unificandola a quella della più grande e vicina San Domenico, all’epoca chiamata “Chiesa del Salvatore”. Nel 1840 venne concessa alla “Confraternita di Santa Maria in Lauro Candelora”.
Il nome originale (San Lorenzo Illuminatore) gli viene dal Santo che giunse a Spoleto dalla Siria nel V secolo dopo cristo, per sfuggire alle persecuzioni, come avevano fatto anche Brizio ed Isacco . Dopo essersi stabilito sul Monte Luco si spostò in città e quindi in Sabina, ove fondò la Abbazia di Farfa, che, nei secoli, divenne importantissima, perché situata al confine tra il Ducato di Spoleto ed il Patrimonio di San Pietro in Tuscia. E’ detto “illuminatore” per le guarigioni dalla cecità. Secondo altri, però, il Lorenzo di Spoleto e quello di Farfa sono due persone diverse.
Il secondo nome gli viene dai restauri effettuati nel 1972 con il contributo di “Amici di Spoleto”, “Fondazione Festival” “Fondazione Antonini” e con la sponsorizzazione della Mobil Oil che aveva un Pegaso come simbolo, per cui si impose il nome di “sala Pegasus”. I primi restauri risalgono, però, agli anni tra il 1928 ed il 1935, a cura della “Brigata Amici dell’Arte e del Paesaggio”. Dopo, nei primi anni ottanta, la “Fondazione Antonini” restaurò di nuovo il tetto, ammodernò gli impianti ed aggiunse il riscaldamento.
E’ utilizzata come cinema d’essai e, a volte, per concerti di musica da camera e piccoli convegni.
Description
La ex chiesa di S. Lorenzo (Vescovo di Spoleto e martire del VI secolo) si trova nella piccola piazza Bovio.
Sconsacrata nel primo dopoguerra, risale al XIII secolo, ha un bel portale sormontato da una elegante bifora. In epoca successiva fu alzato il tetto per costruire la piccola torre campanaria al posto della precedente che era al centro e non laterale. Sulla sinistra vi era la casa del parroco, poi demolita per allargare la strada.
Al suo interno ospita pregevoli affreschi: San Pietro Martire, San Giovanni Battista e Vergine delle Rose, Maddalena e Beato Pietro di Lussemburgo, San Lorenzo .
Nel 1825 il Papa spoletino Leone XII ne soppresse la sede parrocchiale, unificandola a quella della più grande e vicina San Domenico, all'epoca chiamata "Chiesa del Salvatore". Nel 1840 venne concessa alla "Confraternita di Santa Maria in Lauro Candelora".
Il nome originale (San Lorenzo Illuminatore) gli viene dal Santo che giunse a Spoleto dalla Siria nel V secolo dopo cristo, per sfuggire alle persecuzioni, come avevano fatto anche Brizio ed Isacco . Dopo essersi stabilito sul Monte Luco si spostò in città e quindi in Sabina, ove fondò la Abbazia di Farfa, che, nei secoli, divenne importantissima, perché situata al confine tra il Ducato di Spoleto ed il Patrimonio di San Pietro in Tuscia. E' detto "illuminatore" per le guarigioni dalla cecità. Secondo altri, però, il Lorenzo di Spoleto e quello di Farfa sono due persone diverse.
Il secondo nome gli viene dai restauri effettuati nel 1972 con il contributo di "Amici di Spoleto", "Fondazione Festival" "Fondazione Antonini" e con la sponsorizzazione della Mobil Oil che aveva un Pegaso come simbolo, per cui si impose il nome di "sala Pegasus". I primi restauri risalgono, però, agli anni tra il 1928 ed il 1935, a cura della "Brigata Amici dell'Arte e del Paesaggio". Dopo, nei primi anni ottanta, la "Fondazione Antonini" restaurò di nuovo il tetto, ammodernò gli impianti ed aggiunse il riscaldamento.
E' utilizzata come cinema d'essai e, a volte, per concerti di musica da camera e piccoli convegni.