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Torre di Fortebraccio
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10/01/2023
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Si trova, questa torre diroccata, sul tratto delle mura che sale dal quartiere Monterone verso la Rocca, da Via esterna delle mura. Ed è visibile dal Giro della Rocca, nella zona della portella.
Curiosamente è diroccata nella parte verso monte. Normalmente ci si aspetterebbe di vederla colpita dagli attaccanti, da valle. Invece probabilmente venne colpita dagli assediati, i quali tiravano dalla Rocca verso questa torre ove erano gli attaccanti.
Il nome le deriva da questo episodio, ricondotto all’assedio di Andrea “Braccio” Fortebraccio da Montone (Perugia, 1 luglio 1368 – L’Aquila, 5 giugno 1424), nobile perugino diseredato che fu nominato “Conte di Montone” dall’antipapa Giovanni XXIII nel 1413, conquistò, dal 1416, Perugia, Terni, Todi, Narni e Orvieto.
Stava, in pratica, costituendo un suo stato in Umbria.
Papa Martino V capì che Fortebraccio stava prendendo troppo potere e gli mandò contro Guidantonio da Montefeltro. La battaglia si svolse a Spoleto, e Fortebraccio ebbe la meglio, ma ritenne di levare le tende, prima che il Papa mandasse altre truppe. Concluse l’assedio, senza riuscire ad espugnare la Rocca, e si diresse verso il Montefeltro, ove conquistò Urbino. Secondo altri si allontanò da Spoleto per andare a difendere Viterbo da Muzio Attendolo Sforza.
Nel 1419, durante l’assedio di Spoleto, Andrea Fortebraccio era già “vecchio”: aveva 51 anni e sarebbe poi morto a L’Aquila, nella “battaglia del piano di Bazzano”, 5 anni dopo. Soprattutto era malandato, provato dalle tante battaglie. Pare che nella battaglia di Fossombrone, nel 1391, avesse riportato gravi ferite alla gamba sinistra, rimanendo zoppo, così che, più avanti negli anni, fosse costretto ad appoggiare la gamba sinistra sopra un piccolo carrello. Per altro pare che la stessa gamba fu colpita da una freccia quando, conquistato il fortilizio dei Mulini. Braccio stava tentando di arrivare alla Rocca per il ponte. Proprio per questo insuccesso lasciò il fortilizio e provò dalla torre che ora, appunto, porta il suo nome.
Un’altra leggenda, probabilmente però vera, parla di un sistema di rifornimento della Rocca che permise agli assediati di resistere così tanto: dal campanile del Duomo al castello furono tese delle funi che, di notte, permettevano di inviare rifornimenti. Quando Fortebraccio lo capì, fece appostare i suoi soldati che salirono sul campanile, catturarono le persone che vi erano e le precipitarono di sotto, tagliando poi le funi.
Description
Si trova, questa torre diroccata, sul tratto delle mura che sale dal quartiere Monterone verso la Rocca, da Via esterna delle mura. Ed è visibile dal Giro della Rocca, nella zona della portella.
Curiosamente è diroccata nella parte verso monte. Normalmente ci si aspetterebbe di vederla colpita dagli attaccanti, da valle. Invece probabilmente venne colpita dagli assediati, i quali tiravano dalla Rocca verso questa torre ove erano gli attaccanti.
Il nome le deriva da questo episodio, ricondotto all'assedio di Andrea “Braccio” Fortebraccio da Montone (Perugia, 1 luglio 1368 – L'Aquila, 5 giugno 1424), nobile perugino diseredato che fu nominato “Conte di Montone” dall’antipapa Giovanni XXIII nel 1413, conquistò, dal 1416, Perugia, Terni, Todi, Narni e Orvieto.
Stava, in pratica, costituendo un suo stato in Umbria.
Papa Martino V capì che Fortebraccio stava prendendo troppo potere e gli mandò contro Guidantonio da Montefeltro. La battaglia si svolse a Spoleto, e Fortebraccio ebbe la meglio, ma ritenne di levare le tende, prima che il Papa mandasse altre truppe. Concluse l’assedio, senza riuscire ad espugnare la Rocca, e si diresse verso il Montefeltro, ove conquistò Urbino. Secondo altri si allontanò da Spoleto per andare a difendere Viterbo da Muzio Attendolo Sforza.
Nel 1419, durante l'assedio di Spoleto, Andrea Fortebraccio era già "vecchio": aveva 51 anni e sarebbe poi morto a L'Aquila, nella "battaglia del piano di Bazzano", 5 anni dopo. Soprattutto era malandato, provato dalle tante battaglie. Pare che nella battaglia di Fossombrone, nel 1391, avesse riportato gravi ferite alla gamba sinistra, rimanendo zoppo, così che, più avanti negli anni, fosse costretto ad appoggiare la gamba sinistra sopra un piccolo carrello. Per altro pare che la stessa gamba fu colpita da una freccia quando, conquistato il fortilizio dei Mulini. Braccio stava tentando di arrivare alla Rocca per il ponte. Proprio per questo insuccesso lasciò il fortilizio e provò dalla torre che ora, appunto, porta il suo nome.
Un'altra leggenda, probabilmente però vera, parla di un sistema di rifornimento della Rocca che permise agli assediati di resistere così tanto: dal campanile del Duomo al castello furono tese delle funi che, di notte, permettevano di inviare rifornimenti. Quando Fortebraccio lo capì, fece appostare i suoi soldati che salirono sul campanile, catturarono le persone che vi erano e le precipitarono di sotto, tagliando poi le funi.